Nel 1494, ancora minore di età, alla morte del padre e sotto la tutela della madre, divenne conte e feudatario di Scandiano.
La sua morte improvvisa nel 1499 sollevò non pochi sospetti: nella relazione fatta dal capitano di Reggio, Francesco Maria Rangoni, al duca di Ferrara Ercole I d'Este, si evidenziava come i medici intervenuti avessero attribuito al veleno le cause del decesso[4].
Il testamento del padre, Matteo Maria Boiardo, del 1494, lasciava intendere che lo stesso considerava Scandiano non come feudo, ma bensì come proprietà allodiale della famiglia Boiardo, probabilmente in virtù della permuta di Rubiera con Scandiano nel 1423, fatta tra Feltrino Boiardo ed il marchese di Ferrara Nicolò III d'Este[4].
Il duca di Ferrara Ercole I d'Este tuttavia si avvalse del potere d’investitura feudale e concesse il territorio di Scandiano al conte Giovanni Boiardo; così facendo si riunificava il territorio che era stato diviso nel 1474.
Camillo lasciava, oltre la madre Taddea, quattro sorelle Lucia, Cornelia, Lucrezia ed Emilia.
Lucia Boiardo si sposò nel 1472 con Giovanni Pallavicino, Marchese di Scipione (+ nel 1478), poi con il conte Prosdocimo di Porcia, mentre Cornelia Boiardo era sposata un giureconsulto milanese, il cavalier Gian Battista Simonetta: si è ipotizzato che i due cognati tentassero inutilmente di convincere papa Leone X ad estromettere Giovanni Boiardo dal feudo[5].
Camillo Boiardo venne tumulato nella tomba di famiglia della chiesa parrocchiale di Scandiano.
^La Rassegna. Volume 30, Società anonima tipografica "Leonardo da Vinci", 1922, p.163.
^ab Odoardo Rombaldi - Roberto Gandini - Giovanni Prampolini, La Rocca di Scandiano e gli affreschi di Nicolò dell'Abate - parte prima "I Boiardo. Conti di Scandiano 1423/1560" di Odoardo Rombaldi, Reggio Emilia, Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, 1982, p. 26.
^A.R.C.E., su ricerchecarteggiestensi.altervista.org.
Bibliografia
Giambatista Venturi, Storia di Scandiano, Modena. 1822
Odoardo Rombaldi – Roberto Gandini – Giovanni Prampolini, La Rocca di Scandiano e gli affreschi di Nicolò dell’Abate, Cassa di Risparmio Reggio Emilia. 1982