La Camera dei rappresentanti (in lingua ungherese: Képviselőház) fu un'assemblea parlamentare ungherese, parte della Dieta d'Ungheria, insieme alla Camera dei Magnati.
Dall'inizio della rivoluzione ungherese del 1848, i membri della Camera dei Rappresentanti furono dei rappresentanti scelti da ognuna delle contee del regno d'Ungheria e tra i rappresentanti del basso clero.
La camera era composta da 453 membri, dei quali 413 erano deputati eletti in Ungheria e 40 in Croazia e Slavonia. Il loro mandato era di cinque anni. Essi erano eletti in base alla legge elettorale varata nel 1874, che prevedeva un complicato sistema fondato su proprietà, tassazione, professione e posizione ufficiale, oltre ad antichi privilegi personali.
Secondo l'Encyclopædia Britannica, la condizioni di ingresso erano "probabilmente le più illiberali d'Europa" in quanto la classe lavoratrice ne era completamente esclusa ed essa rappresentava solo il 6% della popolazione totale del Regno d'Ungheria.
Il parlamento veniva aperto annualmente dal re a Budapest. Sebbene l'ungherese fosse la lingua ufficiale alla Camera, era consentito l'uso del croato ai deputati provenienti da quelle aree. La Camera dei Rappresentanti, insieme alla sua controparte alta dei Magnati, aveva la possibilità di legiferare per materie concernenti l'Ungheria, mentre per quanto riguarda la Croazia e la Slavonia, essa poteva legiferare solo su materie che l'Ungheria condivideva con queste altre due regioni. Il re aveva il potere di veto su tutte le leggi approvate dalla Dieta d'Ungheria ed ognuna di queste leggi doveva di conseguenza avere l'assenso regio.
All'inizio della prima guerra mondiale, pur avendo una popolazione composta per il 54.5% da magiari, il 16.1% da rumeni ed il 10.6% da slovacchi, 405 dei 413 rappresentanti alla Camera erano di ascendenza ungherese, 5 rumeni e 3 slovacchi.[1]
L'assemblea venne ripristinata dal 1927 al 1945.