Calvia Crispinilla (fl. 54 circa) è stata una cortigiana romana.
Biografia
Non sono chiare le origini di Calvia Crispinilla. Per alcuni studiosi sarebbe stata originaria dell'Africa[1], mentre per altri sarebbe stata di origine tergestina o istriana, discendente da una ricca famiglia di coloni da tempo proprietari dei grandi impianti produttivi di Loron, presso Parenzo[2]. Crispinilla fu una favorita dell'imperatore Nerone, essendo l'addetta al guardaroba imperiale del palazzo. Doveva essere stata una donna di grande potere e influenza[3], avendo anche accompagnato Nerone e la sua terza moglie Statilia Messalina in un viaggio in Grecia nel 66[1]. Gli storici a lei contemporanei la descrivono come avara e crudele; Tacito la chiama magistra libidinum Neronis, tutrice del vizio di Nerone[1][2]. Cassio Dione ci informa del fatto che Calvia Crispinilla fosse diventata guardarobiera dell'eunuco caro a Nerone Sporo[4].
Intorno al 68, Crispinilla avrebbe incitato il comandante Clodio Macro a muovere rivolta in Africa, facendo anche in modo che venisse interrotto l'approvvigionamento di grano verso Roma[5]. Non è chiaro se avesse favorito la defezione di Galba da Nerone[1], tant'è che riuscì a lasciare l'Africa in tempo poco dopo l'uccisione di Clodio Macro, mettendosi in salvo[5].
Dopo questi avvenimenti, furono molti coloro che chiesero la sua esecuzione, ma Crispinilla ricevette l'appoggio dell'imperatore Otone, che le consentì di sopravvivere al terribile anno dei quattro imperatori[1]. Ciò fu probabilmente dovuto anche al suo matrimonio con un potente e influente politico, forse il senatore Sesto Traulo Montano o il console del 64 Gaio Lecanio Basso, suo conterraneo istriano[1][6].
(
LA)
«Totius postea civitatis gratiam obtinuit, consulari matrimonio subnixa et apud Galbam, Othonem, Vitellium inlaesa, mox potens pecunia et orbitate, quae bonis malisque temporibus iuxta valent.»
(
IT)
«Tutto questo non le ha impedito, più tardi, di vantare crediti nei confronti dell'intera città, sostenuta da un matrimonio con un consolare; è passata indenne sotto Galba, sotto Otone e sotto Vitellio ed è diventata potentissima perché era ricca e senza figli, doppio e apprezzato vantaggio in tutti i tempi, buoni e cattivi.»
Evidenze storiche
Molte anfore d'olio di oliva riportanti il suo nome sono state trovate nel sito dell'antica Poetovio sull'Adriatico[1]. Sono inoltre state rinvenute tracce della sua sontuosa villa di Barcola presso Trieste e di molti suoi terreni in Puglia, dove i nomi di suoi due schiavi sono stati trovati su un'iscrizione presso Taranto[6]. Oggi si ipotizza che Calvia Crispinilla potesse possedere proprietà anche in Tunisia e in Egitto[6].
Note
- ^ a b c d e f g (EN) Calvia Crispinilla, in Women of History, A Bit of History. URL consultato il 18 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2011).
- ^ a b Francesca Cenerini, La donna romana, il Mulino, Bologna, 2009, pg. 190 ISBN 978-88-15-24535-9
- ^ Marjorie Lightman, Benjamin Lightman, A to Z of Ancient Greek and Roman Women, Infobase Publishing, 2000, pg. 65 ISBN 978-0-8160-6710-7
- ^ Champlin, 2005, pg.146
- ^ a b Francesca Cenerini, Id., pg. 191
- ^ a b c Id., pg. 192
Bibliografia
Voci correlate