Le basiliche papali sono basiliche che godono di un rango più alto nell'ambito della Chiesa cattolica. Esse godono di privilegi speciali e hanno un altare papale, presso cui solo il papa o pochi altri sacerdoti possono celebrare l'Eucaristia.[1]
Rientrano tra le basiliche papali le quattro basiliche maggiori, in assoluto più importanti, che si trovano a Roma. Le uniche due basiliche papali al di fuori di Roma si trovano entrambe ad Assisi.
La qualifica di basilica papale è entrata largamente in uso solo dal 2006, quando la soppressione del titolo di Patriarca d'Occidente dall'Annuario pontificio, voluta da Benedetto XVI,[2]ha indotto ad abbandonare la tradizionale qualifica di basilica patriarcale.[3]
Ogni basilica maggiore, oltre all'altare papale,[1] ha una porta santa, che viene aperta con un rito speciale dal Papa o da un suo incaricato solo per la durata di un Anno Santo, e gioca un ruolo importante nella concessione della cosiddetta indulgenza plenaria.[5] Soltanto la Basilica Lateranense ha la cattedra del papa (la Santa Sede), mentre le altre hanno un trono papale.
La basilica vaticana è posta nello Stato della Città del Vaticano, mentre le altre tre basiliche maggiori, pur trovandosi all'interno della Repubblica Italiana, godono dello status di extraterritorialità in forza del Trattato istitutivo della Città del Vaticano incluso nei Patti Lateranensi.
La basilica di San Lorenzo fuori le mura
La basilica minore di San Lorenzo fuori le mura ha un altare papale[1], correlato al titolo tradizionale di basilica patriarcale: si trova dunque anch'essa indicata come basilica papale;[6][7] spesso, tuttavia, anche nei documenti ufficiali della Santa Sede, si qualificano "basiliche papali di Roma" solo le quattro basiliche maggiori.[3][8]
^ab Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, L’Anno Paolino ed i programmi svolti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, in L’interpretazione di San Tommaso delle dottrine di San Paolo - Atti della IX Sessione Plenaria, 19-21 giugno 2009, Città del Vaticano, Pontificia Academia Sancti Thomae Aquinatis, 2009, p. 26.