Sito nella pianura Padana, Bagnolo in Piano è posto ad 8 km a nord di Reggio Emilia. Il territorio comunale è composto, oltre che dal capoluogo, dalle frazioni di Pieve Rossa, San Michele della Fossa, San Tomaso della Fossa per un totale di 32 chilometri quadrati[6]. Il comune confina a nord con Novellara, ad est con Correggio, a sud con Reggio nell'Emilia e ad ovest con Cadelbosco di Sopra.
Secondo la tradizione, il toponimo Bagnolo sarebbe derivato da uno dei numerosi corsi d'acqua – il Flumen Baniolus – che attraversavano la piana che in origine altro non era se non un'estesa depressione (la Padusa) poi consolidatasi grazie ai detriti portati a valle dai fiumi.
Al 946 si fa unanimemente risalire la nascita della Bagnolo medievale allorché il vescovo di Reggio Emilia, Adelardo, assegna la chiesa di Santa Mustiola, posta presso il Castello di Bagnolo, all'illuminazione dell'altare dei martiri Grisante e Daria. Attorno al 1144 si hanno le prime notizie sulla Pieve di Bagnolo, poi denominata Pieve Rossa.
Il 1335 segna una data importante: i Gonzaga assumono il dominio su Reggio Emilia, Bagnolo e Novellara. Queste ultime due resteranno nelle mani del più antico ramo cadetto gonzaghesco per quasi quattro secoli. Nel 1354Feltrino Gonzaga, inviso al popolo, provvede a riedificare la rocca utilizzando pietre ricavate dagli edifici che le sue milizie abbatterono o danneggiarono durante la campagna di conquista. Il XIV secolo vede la nascita di Guido da Bagnolo che fu uomo di fiducia del re di Cipro e amico di Francesco Petrarca. Bagnolo affronta tempi bui all'epoca della guerra di successione spagnola quando (1702) le truppe francesi saccheggiano il borgo e distruggono la rocca. Nel 1709 i bagnolesi devono fare i conti con una terribile carestia.
Nella primavera 1921, l'amministrazione socialista venne costretta alle dimissioni in seguito alle continue violenze perpetrate dagli squadristifascisti.
Nel secondo dopoguerra l'economia locale, ancora prevalentemente agricola, iniziò rapidamente a vertere sul settore industriale grazie alla nascita di un tessuto di piccole medie imprese locali. A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, con l'impetuosa crescita dell'economia locale, Bagnolo in Piano iniziò ad espandersi grazie all'arrivo d'immigrati dal Mezzogiorno, dall'Europa orientale e dal subcontinente indiano. Grazie all'espansione edilizia e alla realizzazione di nuove infrastrutture come l'asse attrezzato Reggio-Bagnolo o l'elettrificazione della ferrovia, il paese forma di fatto un unico agglomerato con la periferia nord di Reggio Emilia.
Simboli
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 15 dicembre 1930.[8]
«Di rosso, alla croce patente di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma comunale deriva da quello dei Gonzaga-Novellara, signori di Bagnolo, che portavano una croce patente rossa in campo d'oro, accantonata da quattro aquile imperiali coronate di nero; a detta croce era accollato uno scudetto con le armi proprie della famiglia: controfasciato d'oro e di nero. I colori della croce richiamano quelli della bandiera nazionale.[10]
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 28 agosto 1930[9], è un drappo di colore verde riccamente ornato di ricami d'argento, caricato dello stemma del Comune con iscrizione centrata in argento Comune di Bagnolo in Piano.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La Chiesa Parrocchiale di San Francesco da Paola e Santa Maria Porziola (Santa Maria in Portiolo), anticamente chiesa dell'annesso convento dell'Ordine dei Minimi Francescani, fu eretta per volontà del conte Alfonso Gonzaga alla fine del XVI secolo. Conserva al suo interno alcune tele di scuola emiliana ed una pala d'altare del pittore ligure Carlo Bensa (1715-1785) raffigurante Santa Mustiola in adorazione della Vergine e di Gesù Bambino. Nell'annesso refettorio sono presenti affreschi raffiguranti Angeli e scenografie, risalenti al XVIII secolo.
Nella vicina frazione di Pieve Rossa si trova l'antica pieve di Bagnolo; già citata nel XII secolo, si presenta ora nell'aspetto datole dal restauro effettuato negli anni cinquanta del Novecento. L'interno, a tre navate, conserva ancora le originali colonne in laterizio.
Architetture militari
Il Torrazzo, torre medievale poi modificata in epoche successive. È l'unica parte restante dell'antico castello, distrutto per rappresaglia dall'esercito francese di Luigi XIV durante la guerra di successione spagnola, il cui originale perimetro è oggi evidenziato da una pavimentazione di colore rosso presente nel lato occidentale di Piazza Garibaldi.
Architetture civili
Il piccolo teatro, costruito negli anni venti del Novecento.
I portici, di origine medievale, ora decorati, in particolare nelle finestre, con elementi liberty.
A pochi chilometri dal centro abitato è presente l'importante Collezione Salsapariglia[11] di motociclette e macchine agricole d'epoca.
Al 1° gennaio 2023 gli stranieri residenti nel comune sono 991, ovvero il 10,3% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[13]:
L'economia di Bagnolo, come quella dei comuni vicini, ha mantenuto un profilo prevalentemente agricolo fino agli anni sessanta; in seguito si è verificato un notevole sviluppo industriale e manifatturiero, a partire dal settore più direttamente legato all'agricoltura.
Infrastrutture e trasporti
Bagnolo in Piano si trova a pochi chilometri dalle principali vie di comunicazione della provincia. È collegato con Reggio Emilia e il suo nuovo casello autostradale grazie al moderno Asse attrezzato Reggio-Bagnolo (viale dei Trattati di Roma).
Le locali squadre di calcio sono la Bagnolese, che nella stagione 2022-23 milita nel girone D della Serie D e la Virtus Bagnolo, fondata nel 1948 e attualmente in Seconda Categoria. Presente anche il Bagnolo Calcio a 5 con la squadra maschile che gioca nel campionato di serie B nazionale e la squadra femminile, partecipante alla serie A2 Nazionale. È inoltre presente la Polisportiva Heron Bagnolo che si occupa di basket e volley.