Questa sezione sull'argomento centri abitati della Svizzera è ancora vuota. Aiutaci a scriverla!
Storia
Nel 1276 il comune fu indicato su una mappa[senza fonte] come Urigeno[1]; altre denominazioni storiche furono Aurigenum, Oerigeno, Aurizzono, Aurigano e Aurigane[senza fonte]. Nel Medioevo Aurigeno formò una vicinanza con Lodano e Moghegno[1], che si separò alla fine del XVIII secolo[senza fonte]. Gli abitanti durante la stagione invernale si spostavano nella frazione di Ronchini o a Dunzio poiché ad Aurigeno non batte il sole[1]. Dalla fine del XX secolo sono sorte diverse case di vacanza secondarie e c'è stata una ripresa demografica[1].
Già comune autonomo che si estendeva per 11,04 km²[2], il 4 aprile 2004[3]è stato accorpato al comune di Maggia assieme agli altri comuni soppressi di Coglio, Giumaglio, Lodano, Moghegno e Someo. La fusione è stata approvata da una votazione popolare il 22 settembre 2002 (73 favorevoli, 65 contrari)[2] e ratificata dal Gran Consiglio l'8 ottobre 2003[4].
Simboli
Lo stemma dell'ex comune di Aurigeno, in uso fino al 2004, è blasonato come segue: d'argento, alla fascia d'azzurro carica di due stelle d'argento, accompagnata in capo da un'aquila nascente di nero, in punta da tre pali di rosso. Lo stemma riprendeva, quasi fedelmente, l'arma della famiglia Vanoni, con la brisura del colore delle due stelle bianche, originalmente dorate, con la quale il comune aveva voluto onorare uno dei suoi cittadini più illustri e noti, il pittore Giovanni Antonio Vanoni.
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
^Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
Bibliografia
Gastone Cambin, Armoriale dei Comuni Ticinesi, 1953.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Arte e monumenti della Lombardia prealpina, Istituto grafico Casagrande, Bellinzona 1967, 198, 382.
Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
Rinaldo Giambonini, Agostino Robertini, Silvano Toppi, Aurigeno, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1971, 33-34.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 176-177.
Rivista Patriziale Ticinese, numero 264, marzo 2007, 7-8.
Rivista informativa del Comune di Maggia; A Tu per Tu, No. 1-2.
Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.