Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti l'Associazione Calcio Fiorentina nelle competizioni ufficiali della stagione 1989-1990.
La squadra viola nella stagione 1989-1990 lotta fino all'ultima giornata per salvarsi dalla retrocessione, cambiando allenatore in corsa dopo la trentesima giornata: da Bruno Giorgi si passa all'esordiente Francesco Graziani,[1] che riesce ad agguantare la salvezza certa proprio all'ultimo atto, con il 4-1 all'Atalanta.
La rosa ha molti cambiamenti rispetto all'anno precedente, a partire dall'addio di Stefano Borgonovo, sostituito in attacco da Oscar Dertycia che si infortuna a metà stagione. Oltre all'argentino vengono acquistati altri giocatori come Renato Buso, Giuseppe Volpecina, Stefano Pioli, il ceco Luboš Kubík, Giuseppe Iachini, Marco Nappi, Mario Faccenda a cui si aggregano i giovani della Primavera come Alberto Malusci e Giacomo Banchelli.
La Fiorentina in questa stagione è costretta a giocare su campi diversi, Pistoia, Perugia e Avellino, a causa dei lavori del Comunale in vista dei Mondiali.
In Coppa Italia i viola superano il primo turno eliminando il Licata, anche il secondo turno eliminando il Como, poi si fermano nel girone B che qualifica alle semifinali, nel quale vengono eliminati dal Napoli.
In Coppa UEFA la Fiorentina, dopo aver superato Atlético Madrid, Sochaux, Dinamo Kiev, Auxerre e Werder Brema, arriva in finale contro la Juventus, la prima tra due squadre italiane nella storia dei tornei confederali. La finale viene persa dalla Fiorentina nel doppio confronto, con polemiche da parte dei tifosi viola per la scelta della sede della partita di ritorno ad Avellino, un'iniziativa della dirigenza viola,[2] dopo che l'UEFA aveva sospeso lo stadio Renato Curi di Perugia, scelto dai gigliati per gli incontri casalinghi nella competizione, dopo i disordini causati dalla propria tifoseria durante la semifinale contro il Werder Brema.[2]
Da questa stagione la Fiorentina entra nella storia delle competizioni europee, partecipando a tutte e tre le finali dei tornei istituiti dall'UEFA: Coppa Campioni (il 31 maggio 1957 persa contro il Real Madrid), Coppa delle Coppe (il 17 e il 27 maggio 1961 vinta contro i Rangers di Glasgow e il 5 settembre 1962 persa contro l'Atletico Madrid) e Coppa UEFA (il 2 e il 16 maggio 1990 persa contro la Juventus).[3]
Il giorno dopo la finale di Coppa UEFA, i Pontello annunciarono la cessione di Roberto Baggio alla Juventus. Quindi i tifosi scesero in piazza a protestare cingendo d'assedio la sede della Fiorentina e l'abitazione della famiglia proprietaria della squadra. Furono giorni di tensioni e scontri a Firenze, con numerosi arresti e denunce tra la tifoseria viola.[4]
Tutti questi fattori portarono i tifosi fiorentini a contestare la nazionale italiana, in ritiro a Coverciano in vista dell'inizio del campionato del mondo 1990: gli azzurri furono costretti a lasciare la città e a trasferirsi a Marino, nei pressi di Roma. Per alcuni anni a Firenze la contestazione sarebbe continuata, con tanto di caroselli di auto a celebrare le sconfitte azzurre contro l'Argentina in occasione della semifinale mondiale del '90, e contro il Brasile nella finale del campionato del mondo 1994; il culmine si sarebbe raggiunto nella primavera del 1993, in occasione dell'amichevole con il Messico giocata al Franchi, durante il quale i tifosi viola, oltre a contestare la nazionale e sostenere i giocatori americani, arrivarono pure a fischiare Il Canto degli Italiani.
A completamento delle statistiche è da considerare due autogol a favore dei viola in campionato e uno in Coppa UEFA
Sono in corsivo i calciatori che hanno lasciato la società a stagione in corso.
Arrigo Beltrami (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1991, Modena, Edizioni Panini, 1990, pp. 139; 657.