Come secondogenito della terza dinastia di Borgogna, dal 1393, ad Antonio fu concesso dai genitori il titolo di Conte di Rethel, titolo che tenne sino al 1406, quando, dopo essere divenuto duca di Brabante, alla morte della sua prozia, Giovanna di Brabante, vi rinunciò a favore del fratello, il terzogenito, Filippo.
La duchessa Giovanna seppe ricompensare l'aiuto ricevuto da Filippo l'Ardito, cambiando il proprio testamento: il ducato invece di andare a Venceslao di Lussemburgo, nipote del suo secondo marito, Venceslao I di Lussemburgo, come era stato stipulato nel 1356, sarebbe andato a Filippo II[5], che preferì passarlo al figlio secondogenito, Antonio[5]; con atto del 28 settembre 1399, Giovanna, non avendo figli, nominò erede dei ducati di Brabante e Limburgo, la madre di Antonio, Margherita III delle Fiandre, sposa di Filippo. Pochi giorni dopo la morte di Filippo di Borgogna, il 7 maggio 1404, Giovanna abdicò in favore di Margherita[7]; con atto del 19 dello stesso mese quest'ultima fece dono del Brabante ad Antonio, suo figlio secondogenito, che prese possesso del ducato, senza trovare opposizione nel ducato e senza dare peso alle pretese del re di Germania, Roberto[8].
Dopo che suo fratello, il primogenito, Giovanni Senza Paura, divenuto il capo della casata di Valois-Borgogna, si era messo in urto con Luigi di Valois, duca d'Orleans e fratello del re di Francia, Carlo VI, Antonio si schierò a favore del fratello e, dopo l'assassinio di Luigi, nel 1407, di cui Giovanni Senza Paura era il mandante continuò ad appoggiarlo, entrando a far parte del partito dei Borgognoni, ma rimanendo su posizioni concilianti, cercando di far da paciere tra suo fratello ed il nuovo duca d'Orleans, Carlo, figlio di Luigi. Antonio prese parte a qualche azione della guerra civile.
Ma quando gl'inglesi invasero il nord della Francia, Antonio, nonostante il fratello Giovanni rimanesse neutrale, rispose all'appello del re e, come Valois (Valois-Borgogna) si schierò con la casa reale[5], partecipando alla battaglia di Azincourt[9][10], del 24 ottobre 1415, dove perse la vita[9]; fu fatto prigioniero e il giorno dopo fu ucciso[11] insieme ad altri francesi[12] prigionieri come lui; parecchi francesi furono uccisi perché i prigionieri erano troppi[13]. Suo fratello Filippo, conte di Nevers e di Rethel, aveva perso la vita in battaglia; anche la Histoire ecclésiastique et civile du duché de Luxembourg et comté ..., Volume 7, ricorda la morte di Antonio, che fu ucciso in battaglia, precisando che il cadavere fu riconosciuto solo tre giorni dopo[14].
Ad Antonio succedette il figlio Giovanni, ancora tredicenne[14], che venne messo sotto tutela dallo zio, Giovanni Senza Paura.
Matrimoni e discendenza
Antonio sposò, in prime nozze, ad Arras, il 21 febbraio 1402, Giovanna di Lussemburgo († 1407), figlia di Valerano III di Lussemburgo-Ligny, conte di Saint-Pol e di Ligny, e di Maud Holland, come conferma il Ægidii de Roya Annales Belgici (non consultato)[15]. Antonio da Giovanna ebbe due figli[15][16]:
^Sembra che Antonio fosse arrivato sul luogo dello scontro, in ritardo, a battaglia già iniziata, e, volendo prendere parte alla battaglia a tutti i costi, si fosse armato con un'armatura non sua e la sopravveste non avesse i suoi colori tradizionali.
^L'ordine di sopprimere i prigionieri sembra fosse stato dato dal re d'Inghilterra, Enrico V, perché i prigionieri erano troppi da controllare e aveva ricevuto notizia di un eventuale attacco al suo campo da parte di forze francesi.[senza fonte]
^Antonio di Borgogna fu ucciso perché, come già detto non indossava i suoi colori abituali, quindi non fu riconosciuto e valutato per quanto il suo riscatto potesse valere.
^A. Coville, Francia: armagnacchi e borgognoni (1380-1422), cap. XVII, vol. VI , pag. 666
A. Coville, Francia: armagnacchi e borgognoni (1380-1422), cap. XVII, vol. VI ("Declino dell'impero e del papato e sviluppo degli stati nazionali") della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 642–672.
R.G.D. Laffan, L'impero nel XV secolo, cap. VI, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 198–245.
Henry Pirenne, "I Paesi Bassi", cap. XII, vol. VII (L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno) della Storia del Mondo Medievale, 1999, pp. 411–444.