Antonia Pinelli, nota anche come Antonia Pinelli Bertusi, Antonia Pinelli Bertusio o Antonia Bertucci Pinelli (Bologna, ... – Bologna, luglio1644), è stata una pittriceitaliana attiva nel primo quarto del XVII secolo.
Biografia
Antonia Pinelli nacque a Bologna, a una data tuttora sconosciuta.[1][2]
È stata tra le prime donne artiste di cui si abbia notizia in ambito bolognese.[3]
Allieva di Lodovico Carracci, «da lui prediletta per la singolare modestia di lei, e per la particolare inclinazione, e disposizione per la pittura», intrattenne sempre un rapporto di collaborazione e stima reciproca con il maestro. Carracci fu anche suo mentore e protettore, mentre Antonia Pinelli lo considerò sempre un punto di riferimento artistico, e non smise mai «di coltivarlo, venerarlo, ed imitarlo».[4][5]
È descritta da Carlo Cesare Malvasia e Luigi Crespi come una «donna sapiente»[4] e «donna intendente e saputa»[6].
Come pittrice fu attiva soprattutto nel primo quarto del XVII secolo, o negli anni venti per altre fonti, e godette di ottima reputazione.[4]
Dipinse per committenze pubbliche e private, «con molto suo credito e profitto»,[4] ma la sua opera è documentata con difficoltà.
Tra i suoi quadri, le fonti storiche ne citano in particolare due. Nel 1613[7] o 1614[8] dipinse e firmò una storia di San Giovanni Evangelista nella Cappella Sampieri della chiesa dell'Annunziata fuori Porta San Mamolo, lavoro giovanile su disegno di Lodovico Carracci. Nella tavola dedicata al San Giovanni inserì un autoritratto e la figura del suo futuro marito Giovanni Battista Bertusio.[4][5][6][8]
Un altro autoritratto del 1614, conservato nel Conservatorio del Baraccano e molto danneggiato, era stato descritto nel 1780 da Jacopo Alessandro Calvi come facente parte della collezione di Filippo Hercolani.[9]
Un altro dipinto raffigurante la nascita di Maria Vergine, proprietà di un ente religioso, è conservato a Imola. Attribuito da Marcello Oretti al Bertusio, fu poi attribuito dal Villa ad Antonia Pinelli su disegno di Lodovico Carracci, che avrebbe dipinto anche i due angeli; l'attribuzione finale alla Pinelli si deve a Buscaroli, che individuò la firma dell'artista e la data (1626) su una mattonella: ANTON. PINELLIS VIRGO BONONIENSIS PINGEBAT MDCXXVI.[16][17] È probabilmente il dipinto firmato a cui si riferiva l'Almanacco bolognese, presente nella Chiesa di Santa Maria in Regola nel 1831.[7]
Antonia Pinelli collaborò non solo con il Carracci, ma anche con il Bertusio. Una loro opera è stata riscoperta nella Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, probabilmente databile al 1619.[18]
«Altre pitture che sono presso diversi particolari condusse a fine assistita dal Carracci: ed alcuni dipinti ritratti, tra quali due suoi da se stessa dipinti: uno nella Galleria Hercolani, l'altro di recente acquistato dal Signor Giuseppe Sedazzi, pittore e raccoglitore di molti quadri.[7]»
Antonia Pinelli Bertusio si spense a Bologna nello stesso anno del marito, il 24 luglio 1644[4] oppure il 29 luglio.[13][14][19]
^Come anno di nascita, alcune fonti indicano il 1613 (sic), ma è riportato da altre fonti il 1613 o 1614 come anno di esecuzione di un suo dipinto giovanile. Cfr. Pinelli, Antonia, su CERL Thesaurus. URL consultato il 27 luglio 2021. e Giovanni Rosini 1852, p. 35 e Pittrici Bolognesi 1831, p. 53
^Pinelli A. (1626), Natività di Maria, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, 21 febbraio 2018. URL consultato il 27 luglio 2021.
(EN) Michael Bryan, Bertucci-Pinelli, Antonia, in Dictionary of Painters and Engravers: Biographical and Critical, vol. 1, G. Bell and sons, 1886, p. 120.
(EN) Patricia Rocco, Appendix 1, in Maniera Devota/mano Donnesca: Women, Virtue And Visual Imagery During The Counter-Reformation In The Papal States, Imagery During The Counter-Reformation In The Papal States, 1575-1675, New York, City University of New York (CUNY), feb 2014, pp. 224-225.
Annamaria Degli Angeli, Tre donne artiste nella Bologna del seicento: Antonia Pinelli (-1644), Ginevra Cantolfoli (1618-1672), Teresa Muratori (1662-1708), tesi di laurea, Bologna, Università degli Studi di Bologna, a.a. 1985-1986, SBNUBO1868602.
Fabio Chiodini, Una pala di Giovan Battista Bertusio (e di Antonia Pinelli) ritrovata, in Scuola Beato Angelico e Istituto di Storia dell'Arte dell'Università Cattolica, Associata al Centro d'Azione Liturgica e all'Unione della Stampa Periodica Italiana (a cura di), Arte cristiana, novembre-dicembre 2004, pp. 427-431, dl. XCII, fasc. 825.