Alberto della Piagentina, con la specificazione "della Piagentina" dal rione di Firenze dove nacque[1] verso la fine del XIII secolo, era figlio di un notaio, Guglielmo, e fu avviato egli stesso a quella professione, com'è stato ricavato da un atto rogato nel 1322[2].
È noto soprattutto per un volgarizzamento del De consolatione philosophiae (risalente al 1332, ma pubblicato per la prima volta nel 1735) di Severino Boezio, uno dei 15 volgarizzamenti italiani dell'opera. Tale opera - detta talora Della filosofica consolazione, talvolta Il Boezio - costituisce uno dei primi esempi nella tradizione letteraria italiana di traduzione poetica, con la resa in terza rima dei metri latini dell'originale. Essa è profondamente permeata della lezione della Divina commedia, della quale sono riecheggiati molti versi, e costituisce il primo esempio di citazione dal Convivio[3], a testimonianza della fortuna immediata di Dante. La vicenda biografica di Alberto Fiorentino, com'è stato scritto da Apostolo Zeno, ricalca in qualche misura quella di Boezio, in quanto la traduzione in terzine del "De consolatione philosophiae" risalirebbe al periodo della prigionia veneziana, durante la quale trovò la morte nel 1332[4].
^Tale opera ebbe una tradizionemanoscritta piuttosto tarda: Luca Azzetta, Tra i più antichi lettori del «Convivio»: ser Alberto della Piagentina notaio e cultore di Dante, in «Rivista di Studi Danteschi», IX (2009), pp. 57-91.
Boezio, Della filosofica Consolazione, nel volgarizzamento di Alberto Fiorentino, Colombo, Roma 1947.
Luca Azzetta, Tra i più antichi lettori del «Convivio»: ser Alberto della Piagentina notaio e cultore di Dante, in «Rivista di Studi Danteschi», IX (2009), pp. 57–91
Silvia Albesano, 'Consolatio Philosophiae' volgare. Volgarizzamenti e tradizioni discorsive nel Trecento italiano, Heidelberg, Winter, 2006 (segnala 14 volgarizzamenti italiani dell'opera, tra cui quello di Alberto della Piagentina).
Serena Lunardi, Un inedito commento italiano trecentesco alla "Consolatio Philosophiae", «ACME», LVII (2004), pp. 297-321 (segnala un 15° volgarizzamento non contemplato nell'elenco fornito da Albesano 2006).