Belling nacque a Paulsdorf, nella Prussia orientale (attuale Pawłowo, in Polonia), figlio del tenente colonnello Johann Abraham von Belling e di sua moglie, Katharina von Kospoth. Egli era inoltre nipote del generale brandeburghese Johann Georg von Belling.[1][2]
Belling ottenne l'Ordine Pour le Mérite nel 1757 per il suo brillante comportamento nel corso della guerra dei sette anni. Nel 1758 divenne comandante del nuovo reggimento di ussari prussiano sotto il comando del principe Enrico di Prussia che da lui presero il nome di Belling-Hussar. Per i suoi uomini scelse il motto Vincere aut mori (Vittoria o morte) e decise di porre sul colbacco uno scheletro completo con una lancia e una clessidra come simbolo della loro volontà di trionfare sul nemico ad ogni costo e la loro totale dedizione alla causa della Prussia.[1][3]
Nella guerra di Pomerania, il 29 agosto 1760, gli ussari di Belling ruscirono a catturare il generale Gebhard Leberecht von Blücher e Belling, imparentato alla lontana con l'illustre prigioniero, riuscì di persuaderlo ad entrare a far parte degli ussari prussiani. Nel 1761 Belling, al comando di circa 5000 uomini, riuscì a ritardare l'avanzata di un corpo di 15.000 soldati svedesi nella Pomerania svedese.[1] Ad ogni modo, nella Battaglia di Neuensund in quello stesso anno, venne sconfitto dalle forze svedesi, numericamente inferiori.
Georg Friedrich Zitelmann: Leichen-Rede auf Se. Excellenz den weiland Hochwohlgebornen Herrn Herrn Wilhelm Sebastian von Belling von Sr. Königl. Majestät hochbestallt gewesenen General-Lieutenant … : Am dritten Advents-Sonntag 1779 zu Stolp gehalten. Berlin 1780, DigitalisatArchiviato il 6 gennaio 2019 in Internet Archive.