I suoi film affrontano temi controversi relativi alle classi sociali, alla moralità e ai tabùsessuali, e uniscono i personaggi tormentati di Ingmar Bergman a uno stile d'avanguardia della Nouvelle Vague.[1] È noto soprattutto per aver diretto i film 490+1=491 (1964) e Io sono curiosa (1967), che tendono a far forza sui limiti di accettabilità di quanto possa essere mostrato in un film e trattano volutamente i loro soggetti in maniera provocatoria ed esplicita.[2]
^(SV) Anders Åberg, Tabu. Filmaren Vilgot Sjöman (PDF), su nordicom.gu.se, Lund University, 2001. URL consultato il 29 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2006).