I Vespri incominciano con l'antifona al Salmo 116 (secondo la numerazione della Vulgata: 114) verso 9: Placebo Domino in regione vivorum,[1]. Da cui deriva l'uso di chiamare l'Ufficio dei defunti Placebo. Seguono i Salmi 116,1–9 (114,1–9) Dilexi quoniam exaudiet Dominus,[2]120 (119), 121 (120), 130 (129) e 138 (137), ognuno con la sua antifona, il Magnificat e le Preces. Anticamente nei giorni in cui si recitava il Mattutino di tre lezioni si aggiungeva il Salmo 146 (145).[3]
Il Mattutino ha inizio con l'invitatorioRegem cui omnia vivunt, venite adoremus, e nelle forma completa (Ufficio di nove lezioni) comprende tre Notturni, ciascuno composto da tre salmi, tre lezioni con i relativi responsori. L'ufficio di nove lezioni si recita nel giorno della Commemorazione dei fedeli defunti (2 novembre) e alle esequie. Nel giorno anniversario si recita invece l'Ufficio di tre lezioni, che prevede un solo Notturno: il primo si recita il lunedì e il giovedì, il secondo il martedì e il venerdì, il terzo il mercoledì e il sabato.
VII Lezione: Spiritus meus attenuabitur (Giobbe, 14)
Responsorio: Peccantem me quotidie
VIII Lezione: Pelli meae consumptis carnibus (Giobbe, 19)
Responsorio: Domine secundum actum meum
IX Lezione: Quare de vulva eduxisti (Giobbe, 10)
Responsorio: Libera me Domine
Alle Lodi secondo il Breviarium Romanum del 1961 si recitano i Salmi 51 (50), 65 (64), 63 (62), il Cantico di Ezechia (Isaia 38,10-20[4]), il Salmo 150, il Benedictus e le Preces. Ma più anticamente si recitavano i Salmi 51 (50), 65 (64), 63 (62), 67 (66) (questi due considerati un unico salmo), il Cantico di Ezechia (Isaia 38,10-20[5]), i Salmi 148. 149, 150 (questi tre considerati un unico salmo), il Benedictus, il 130 (129) e le Preces. Ogni salmo era preceduto e seguito dalla sua antifona. Il Salmo 130 (129) si tralasciava nei giorni in cui si recitava il Mattutino di nove lezioni.[3][6]
Il fatto che manchi il versetto introduttivo Deus in adiutorium, e che il Gloria Patri alla fine dei salmi sia sostituito dal versetto Requiem aeternam dona eis Domine/Et lux perpetua luceat eis, indica una grande antichità. I salmi non sono scelti secondo il loro ordine nel Salterio come nel Breviario romano, ma per argomento. Alcuni si trovano già nella liturgia funebre del IV e V secolo.[7]
Anche le letture del libro di Giobbe sono selezionate per aspetti tematici.
Indulgenza
Con bollaSupremi omnipotentis Dei dell'11 marzo 1572, papa San Pio V concesse l'indulgenza di 50 giorni per chi recita i salmi penitenziali.[8]
(DE) Reiner Kaczynski, "Die Sterbe- und Begräbnisliturgie", in Gottesdienst der Kirche. Handbuch der Liturgiewissenschaft. Band 8 (Sakramentliche Feiern II), Regensburg, Pustet, 1984 ISBN 3-7917-0940-2, pp. 207, 211