Il toast sandwich è un panino britannico con tre fette di pane da toast, ove solo quella centrale è tostata, e un companatico di burro, sale, e pepe.[1][2]
Storia
Il toast sandwich potrebbe risalire al 1861, anno della pubblicazione del Book of Household Management di Isabella Beeton. Nel tomo, il panino è inserito fra le ricette per invalidi, e considerato altrettanto buono assieme alla carne sfilacciata o a delle fette molto sottili di carne fredda. Il ricettario aggiunge che "in ognuna di queste forme, (il toast sandwich) allieterà l'appetito di un infermo".[1][3]
Centocinquant'anni dopo l'uscita del libro di Beeton, nel mese di novembre del 2011, il toast sandwich venne preparato dalla Royal Society of Chemistry (RSC) nel corso di una degustazione finalizzata a riportare in auge il piatto, che era stato dimenticato durante la grande recessione.[4][5] Dopo aver stimato che il costo del panino fosse pari a 0.075 sterline britanniche, la RSC lo definì il "pranzo più economico del Paese". La Society of Chemistry indisse anche un concorso in cui i concorrenti avrebbero dovuto inventare la ricetta di un pasto più economico di quella del toast sandwich. A causa dell'eccessivo numero di partecipanti, il premio di 200 sterline venne assegnato ad un concorrente scelto a caso.[4][6][7]
Accoglienza
Il toast sandwich è stato accolto con freddezza, tanto che alcuni lo considerano il "panino più triste in assoluto".[8] Mike Vago di A.V. Club ritiene che il toast sandwich sia "insensato nella sua stravaganza",[9] mentre in un trafiletto dedicato ai "12 panini che cambiano la vita e di cui non hai mai sentito parlare" apparso sul Daily Mail, "(il toast sandwich) non è niente di speciale (...) è un bene che i dadaisti non abbiano poi inventato altri panini".[2]
Il toast sandwich fu oggetto di un dibattito avvenuto al Leonard Lopate Show al quale parteciparono Dan Pashman di The Sporkful e l'ospite Leonard Lopate. Quest'ultimo lo considerava "strano".[10][11] In una puntata del panel show umoristico Wait Wait... Don't Tell Me!, trasmesso su NPR, l'ospite Peter Sagal e i relatori provarono il panino. Sagal disse, non senza ironia:[12]
«Questo è l'equivalente culinario di un dipinto di Rothko. Oppure è come un panino di Marcel Duchamp! Mette tanto in discussione il concetto di "panino", quanto quello di "linguaggio"!»
Nonostante i giudizi negativi ricevuti, alcuni chef britannici hanno riproposto l'alimento in alcune varianti più elaborate nei menù dei loro ristoranti.[8]