L'ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) era oggetto di venerazione nella mitologia egizia. Uno dei motivi della sua fama risiede nel fatto di essere divoratore di serpenti, un altro aspetto particolare, è che l'ibis si ciba anche di carogne.
L'animale beveva e cercava solo acqua limpida. Per questo motivo i sacerdoti egiziani, per il rito delle lustrazioni, utilizzavano prevalentemente l'acqua in cui un ibis si era dissetato. Legata all'ibis era la figura del dio Thot.
Nell'antico Egitto l'Ibis veniva allevato e poi ucciso e mummificato. Una volta mummificato veniva posto in prossimità delle sepolture, o acquisiva la funzione di amuleto, a protezione delle abitazioni.
L'ibis nella simbologia cristiana
In alcuni reperti si riscontra come l'ibis bianco fosse considerato, nell'arte paleocristiana, alternativo alla fenice quale simbolo di resurrezione.[3] Tuttavia l'ibis è uno degli uccelli impuri le cui carni il Deuteronomio vieta agli ebrei di mangiare[4]: è questo probabilmente il motivo per cui, abbandonata la simbologia di elemento positivo, i bestiari medievali lo classificano come simbolo maligno, forse a causa del fatto che l'ibis egiziano si nutre abitualmente di carne in putrefazione e pesci morti, portandolo a paragone del peccatore ghiotto e impudico.[5]
^(EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Threskiornithidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
^Louis Charbonneau-Lassy, Il bestiario del Cristo, vol. II, pp. 148-149