L'evento, con intensità misurata Shindo 7, ha generato uno tsunami nelle acque del Mar del Giappone, al largo delle coste centro-occidentali dell'isola di Honshū[3], la prima onda del maremoto ha colpito la costa 1 minuto dopo il sisma ed ha raggiunto un'altezza di 6 metri.[4][5][6][7][8]
Le autorità giapponesi hanno immediatamente dichiarato l'allerta tsunami in tutte le coste occidentali del Paese ed è stato varato un esteso piano di evacuazione dei cittadini residenti nelle aree più a rischio delle prefetture maggiormente coinvolte.[13] L'ultimo allarme tsunami di tale portata non si verificava dall'anno del catastrofico sisma che colpì il Tōhoku orientale.[14]
L'allerta è stata diramata anche in Corea del Sud e in Russia che hanno monitorato la situazione con particolare interesse, fino a quando il pericolo tsunami non è cessato definitivamente.[15]
Conseguenze
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Un edificio danneggiato nella città di Wajima.
A dieci giorni dall'evento il bilancio delle vittime accertate ammontava a 401 persone, di cui 23 morte non durante la scossa di terremoto ma per eventi a esso collegati.[16] Una nuova stima aggiornata a dicembre 2024 parla di circa 500 vittime.[17][18][19]
In seguito al terremoto una vasta area della città di Wajima è stata distrutta da un incendio. Fra gli oltre 200 edifici consumati dalle fiamme vi è il mercato della città, che poteva vantare una storia di 1.200 anni.[20][21] Alcune aree di terreno si sono liquefatte, con la conseguente formazione di crepe e la distruzione delle banchine del porto.[22] La costa è stata colpita da uno tsunami. La Japan Metereological Agency ha avuto difficoltà a stimarne le dimensioni a causa della perdita di alcuni dati legata all'innalzamento delle onde. Successive interviste ai sopravvissuti hanno portato a valutare che lo tsunami abbia superato i 5 metri di altezza.[23][24] Nonostante i criteri dell'adeguamento sismico[25] con cui vengono costruiti gli edifici più recenti, in alcune aree il sisma è arrivato a danneggiare o distruggere fino al 90% degli edifici.[26][27] Questo anche perché una percentuale molto alta degli edifici è stata costruita prima che le normative antisismiche entrassero in vigore.[28][29]
È stata scongiurata l'ipotesi di un nuovo incidente nucleare simile al disastro di Fukushima, effetto del violento sisma del 2011.[30]
Una frana fra le stazioni di Notokashima e Anamizu.
Il premier Fumio Kishida ha inviato le Forze di autodifesa giapponesi nelle zone colpite dalla calamità, per sostenere la popolazione bisognosa e mettere in sicurezza la regione, ma il contingente inviato è stato ritenuto troppo piccolo per le reali necessità della regione.[31][32] A rendere le operazioni di soccorso più complicate del previsto sono stati anche gli ingenti danni subiti dalla rete stradale provocati, oltre che dalle scosse, da alcune frane.[22] Due delle strade principali sono state completamente riaperte nel luglio e nel dicembre del 2024.[19] Numerosi black out hanno lasciato oltre trentacinquemila nuclei familiari privi di acqua corrente, energia elettrica e fonti combustibili, esponendoli al freddo clima invernale.[33] A distanza di un anno le interruzioni nella fortinuta dell'acqua risultano non ancora del tutto risulte.[19]
Per colpa del disastro molti voli aerei sono stati cancellati, così come le tratte ferroviarie dello Shinkansen in transito nella zona. Circa 1.400 passeggeri hanno visto bloccare i loro treni.[34] La circolazione è ripresa 11 ore più tardi.[35] Secondo l'emittente televisiva giapponese NHK le principali autostrade in Giappone sono state chiuse in via precauzionale.[36]
Il giorno successivo al sisma, un velivolo della Guardia costiera giapponese, in partenza dall'Aeroporto internazionale di Tokyo e diretto verso Niigata, con l'intento di trasportare aiuti ai cittadini sfollati, è rimasto vittima di un fatale incidente aereo. Il velivolo si è infatti scontrato con un aeromobile di linea della compagnia Japan Airlines, in fase di atterraggio. Tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio del Volo 516 sono stati tratti in salvo senza particolari conseguenze, mentre uno solo dei sei occupanti del velivolo militare è sopravvissuto.[37]
Alla fine di gennaio i danni causati dal terremoto ad abitazioni private, industrie, porti, strade e infrastrutture di vario genere sono stati stimati in 2,6 trilioni di yen.[38]
Ad aggravare i problemi economici della regione vi sono anche le perdite legate ai mancati introiti del turismo, con oltre 10.000 persone che hanno cancellato le loro prenotazioni nell'arco di pochi giorni.[39] Immediatamente dopo il terremoto oltre 33.400 persone avevano cercato rifugio nei centri di accoglienza.[40] Quattro mesi più tardi, in maggio, nei centri erano ancora ospitate oltre 4.600 persone. Delle 5.530 abitazioni temporanee necessarie, ne erano state completate 2.763.[41]
In settembre è stato stimato che almeno 32.000 abitazioni necessitavano di essere demolite dal governo per mettere in sicurezza il territorio, ma che solo il 10% di queste demolizioni era stato completato.[42]
La lentezza della ricostruzione e la difficoltà di guadagnarsi da vivere hanno portato molti giovani ad abbandonare le aree maggiormente affette dall'evento, trasferendosi altrove.[43] In particolare la popolazione di Wajima risulta diminuita del 9%, del 18% se si guardano solo gli under 40.[19] A quasi un anno dall'evento, molti residenti si lamentano per la lentezza della ricostruzione, e temono che il ricordo di quanto accaduto stia sparendo dalla memoria collettiva.[44]
Con l'aiuto del governo insufficiente, un importante sostegno alle popolazione è arrivato da iniziative di associazioni come la fondazione buddista taiwanese Tsu Chi o di singole personalità come il pattinatore Yuzuru Hanyu o il gruppo rock Complex.[17][45]
La situazione della regione è stata peggiorata in settembre dalle intense piogge che hanno provocato un'alluvione[46][19] che ha colpito in particolare Wajima e Suzu,[17][44] provocando altri 221 evacuati.[19]
Secondo i dati forniti dalla Camera di commercio di Wajima, Suzu, Anamizu e Noto, a distanza di un anno circa un quarto delle aziende è stata costretta a chiudere a seguito del terremoto, e il destino di molte altre aziende è incerto.[18]