Si tratta di un gruppo scultoreo, opera dell'illustre scultore Gaspare Guercio, di Carlo D'Aprile e Gaspare Serpotta[2] su un recuperato progetto di Pietro Novelli.[3] Il monumentale manufatto fu realizzato per celebrare la gloria di Filippo IV d'Asburgo,[1] re di Spagna e di Sicilia, detto Filippo il Grande e soprannominato il Re Pianeta in quanto i suoi possedimenti si estendevano per tutti i continenti del mondo allora conosciuti.
Il monumento piramidale - con base vagamente ottagonale[4] - è formato da statue disposte in un'armoniosa composizione insieme a balaustre. Ai vertici del livello delle gradinate sono poste coppie di statue allegorie degli stati dominati e amministrati,[5] la coppia corrispondente al fronte sul Cassaro a settentrione raffigura rispettivamente il Regno di Sicilia e la Castiglia e León,[5] ad oriente la Lombardia e il Portogallo, a meridione la Sardegna[6] e l'America,[5] ad occidente dirimpetto il Palazzo dei Normanni, il Regno di Napoli e la Catalogna.[5] L'opera è adornata da targhe e stemmi dei maggiori casati della Sicilia.
Intorno al piedistallo quadrato,[6] sono disposte le raffigurazioni delle quattro parti del Terra esplorate e civilizzate a quei tempi (Europa, Asia, Africa e America), sulle quali il re di Spagna governava.
Sull'ultimo ordine di mensole le raffigurazioni di quattro sovrani rappresentati con sembianze di schiavi.[7] Le figure genuflesse in atto di sottomissione rappresentano:[8] il sultano di Granada, Moamad Babdelin (Abu 'Abd Allāh Muhammad) detto il Cicchito, il re di Tremisen della Mauritania Cesariense,[9] il generale Capoulicano cacique supremo del Cile, ed il tiranno di Corralat del Mindanao.[10]
Il manufatto subì un primo procedimento di restauro nel 1811, infatti il personaggio che sovrasta l'Europa fu reinterpretato dallo scultore Federico Siracusa.[7] Seguono su scudi le armi del Viceré di SiciliaFerdinando d'Ayala, conte d'Ayala, e quelle della Città di Palermo, e ancora fasce, basi, rilievi, fregi, cornici, gli altorilievi raffiguranti turbanti, scettri, ornamenti, dei personaggi debellati.[7]
Alcuni degli elementi che compongono il monumento furono eseguiti da Luigi e Gaspare Serpotta e Luigi Geraci, con gusto decorativo tipicamente barocco.
Nel 2007 per le condizioni di degrado è scattato un provvedimento di sequestro da parte del tribunale di Palermo[12]. Un ulteriore sequestro nel 2010 da parte dei vigili urbani per atti vandalici[13].