Il Supremo Consiglio d'Italia era uno dei molteplici consigli in cui si articolava il governo spagnolo nel periodo tra i secoli XVI e XVIII, secondo il sistema noto come polisinodia. Il Consiglio fu istituito nel 1556 da Filippo II.
La Sardegna rimase invece, come d'altronde richiesto e rivendicato dalle sue stesse elite locali in sede stamentaria sulla base di affinità politiche, religiose, geografiche, linguistiche e antropologiche[1][2], nella competenza del Supremo e Reale Consiglio di Aragona, fino alla cessione dell'isola alla monarchia asburgica e poi ai Savoia, avvenuta nel 1720.
Il Consiglio d'Italia venne sciolto da Filippo V di Borbone il 1º maggio 1717 in seguito alla definitiva perdita da parte della Spagna dei territori italiani sancita dai trattati di Utrecht e Rastatt.
Parallelamente nel 1713Carlo VI d'Asburgo, intenzionato a rivendicare la propria sovranità su tutti gli antichi Stati appartenenti agli Asburgo di Spagna, aveva costituito il Consejo Supremo de España e la Secretaría de Estado y del Despacho, con sede a Vienna. Tali organi erano investiti delle funzioni precedentemente attribuite al Supremo Consiglio d'Italia.[3] Il Consiglio di Spagna, diviso in quattro segreterie, ovvero Napoli, Sardegna (sostituita dal 1720 con quella della Sicilia), Milano e Fiandre (fino all'aprile del 1717, quando venne eretto il Consejo de Flandes), aveva il compito di coadiuvare il sovrano nell'amministrazione dei territori italiani, mentre la Segreteria di Stato si occupava della loro politica estera. Il Consiglio di Spagna smise di fatto di funzionare fin dal gennaio 1734, in concomitanza con l'inizio della conquista borbonica delle Due Sicilie, per poi essere sciolto definitivamente due anni dopo.
Struttura
L'organizzazione del Supremo Consiglio d'Italia comprendeva:
un presidente, scelto nell'ambito dell'alta nobiltà spagnola;
sei reggenti, due per il Regno di Sicilia, due per il Regno di Napoli e due per il Ducato di Milano; per ciascuno di questi territori uno dei reggenti era spagnolo, l'altro italiano, nativo del territorio stesso, entrambi letterati / letrados (istruiti, nelle rispettive lingue), vale a dire laureati in utroque iure (tanto in diritto canonico quanto in diritto civile);
vari funzionari posti alle sue dipendenze, tra cui tre segretari, uno per ciascun possedimento, un avvocato fiscale, che vigilava sugli interessi dello stato, e un conservatore generale del patrimonio, che vigilava sulla gestione patrimoniale.
Funzioni
Il Supremo Consiglio d'Italia si occupava di tutti gli affari di stato e di giustizia riguardanti gli stati italiani governati dal ramo principale degli Asburgo; proponeva al Consiglio di Stato, presieduto dal Re, la nomina dei viceré di Sicilia, dei viceré di Napoli e del Governatore del Ducato di Milano e si pronunciava sulle più importanti nomine civili e militari proposte da costoro. Le sue funzioni erano unicamente consultive: il parere era riportato in un documento (consulta), redatto dal segretario, che veniva poi sottoposto al Re, il quale vi annotava la propria decisione; se il parere non era unanime, venivano riportati i diversi pareri emersi durante la discussione.
Marco Bona Castellotti, Eduardo Bressan, Paola Vismara (a cura di), Carità, vita religiosa, politica. Milano nel primo Settecento, Jaca Book, 1997 ISBN 8816951060
(ES) M. Virginia León Sanz Árbol, Origen del Consejo Supremo de España en Viena, Hispania: Revista española de historia, ISSN 0018-2141, Vol. 52, Nº 180, 1992, pp. 107-142
(EN) Christopher Storrs, The Spanish Resurgence, 1713-1748, Yale University Press, 2016 ISBN 978-0-300-22523-5
(ES) Manuel Mariano Martín Galán, La Administración central de la Monarquía hispánica en la época de los Austrias, in María de la Almudena Serrano Mota e Mariano García Ruipérez (a cura di), El patrimonio documental: fuentes documentales y archivos, Ediciones de la Universidad de Castilla-La Mancha, 1999, pp. 25-50, ISBN84-8427-023-8.
Camillo Giardina, Il Supremo Consiglio d'Italia, Palermo, R. Accademia di scienze, lettere e belle arti, 1934.
Consiglio di Stato (Consiglio supremo di guerra) ·Real Consiglio degli Ordini Militari · Consiglio della Crociata · Consiglio della Suprema Inquisizione · Consiglio delle Finanze