Copertina dell'albo Star Wars Omnibus, pubblicato da Panini Comics, che riprende nello stile e nei contenuti la prima serie a fumetti Star Wars di Marvel Comics
Il fumetto fa parte dell'Universo espanso di Guerre stellari e raccoglie gli adattamenti dei film Guerre stellari e L'Impero colpisce ancora più altre storie inedite ambientate nei periodi intercorrenti e successivi alle pellicole della trilogia originale.
Storia editoriale
Nel 1975 la Lucasfilm contattò il direttore della Marvel ComicsStan Lee, proponendo la pubblicazione di un fumetto di Guerre stellari che precedesse l'uscita del film, in modo da attirare e incuriosire il pubblico che con maggior probabilità si sarebbe interessato al lungometraggio. Lee declinò inizialmente l'offerta, rifiutando di avventurarsi nel progetto prima del completamento del film, ma in seguito si convinse anche grazie all'intercessione di Roy Thomas, che era interessato a curare la serie[3]. Considerando che fumetti tie-in a film raramente ottenevano buoni livelli di vendite, Lee spuntò un accordo che non prevedeva royalties alla Lucasfilm fintanto che le vendite non avessero superato le 100 000 copie[4].
Il 12 aprile 1977, un mese prima dell'uscita del film Guerre stellari, la Marvel mise in commercio il primo volume della serie a fumetti. I primi sei numeri, scritti da Roy Thomas e illustrati da Howard Chaykin, costituivano un adattamento del film Guerre stellari[5]. A partire dal numero 7 di gennaio 1978, la serie iniziò a pubblicare racconti inediti sempre ad opera di Thomas e Chaykin, i quali però lasciarono di lì a poco a causa delle eccessive ingerenze e limitazioni da parte della Lucasfilm[3]. I due vennero quindi sostituiti a partire dal numero 11 del maggio 1978 dallo scrittore Archie Goodwin e dall'illustratore Carmine Infantino[6].
Con l'uscita del secondo film della serie di Guerre stellari, L'Impero colpisce ancora, il fumetto mise in cantiere un adattamento anche di questa pellicola, scritto da Goodwin e illustrato da Al Williamson e Carlos Garzon su sei numeri consecutivi, dal volume 39 del settembre 1980 al numero 44 del febbraio 1981[7]. Williamson venne scelto come disegnatore dell'arco narrativo su specifica richiesta della Lucasfilm, dal momento che il creatore della serie George Lucas era rimasto colpito dai lavori dell'artista con la EC Comics[8].
A partire dal numero 51 di settembre 1981 il team creativo responsabile del fumetto cambiò ancora, con David Michelinie ai testi e Walter Simonson ai disegni[9]. Quando uscì il film Il ritorno dello Jedi, l'adattamento della pellicola non trovò spazio sulla testata principale, ma fu pubblicato come miniserie separata di quattro numeri dal titolo Il ritorno dello Jedi[10]. A partire dal 1984 la serie a fumetti fu scritta soprattutto da Mary Jo Duffy a cui venne affiancata nell'ultimo anno e mezzo l'illustratrice Cynthia Martin ai disegni[9]. La serie si concluse infine il 27 maggio 1986, contando in totale 107 numeri e 3 speciali annuali[3].
Un 108º numero celebrativo, Forever Crimson, è stato pubblicato dalla Marvel Comics il 29 maggio 2019. Il one-shot, che funge da sequel alla storia contenuta nel numero 50 della serie The Crimson Forever, è stato scritto da Matthew Rosenberg e illustrato da un team di artisti che include Giuseppe Camuncoli, Luke Ross e Kerry Gammill[11][12].
La serie è stata ristampata numerose volte. Alcune storie e archi narrativi sono stati raccolti in riedizioni tascabili e digest, ovvero in fascicoli che comprendono più di un numero comic book originale[121].
La Dark Horse Comics, l'editore che ha sostituito la Marvel Comics come licenziataria dei fumetti di Guerre stellari, ha ristampato due volte la serie completa in grossi volumi da collezione. La prima ristampa ricolorata digitalmente è stata pubblicata in sette volumi dal 3 luglio 2002 al 16 luglio 2003 con il titolo Star Wars: A Long Time Ago...[122][123]. La seconda ristampa, Star Wars Omnibus: A Long Time Ago...., comprende invece cinque albi ed è stata edita dal 2 giugno 2010 all'8 febbraio 2012[124][125]. Quando la Marvel è tornata in possesso dei diritti sui fumetti della serie nel 2015, ha curato una ristampa di Star Wars in tre volumi omnibus[126].
Gli adattamenti dei due film Guerre stellari e L'Impero colpisce ancora sono stati ristampati numerose volte anche come collezioni a sé stanti. Le riedizioni più recenti sono a opera della Marvel in versioni rimodernate, ricolorate da Chris Sotomayor e con nuove copertine realizzate da Adi Granov, che ha lavorato anche come cover artist della serie Star Wars: Darth Vader. La prima, intitolata Star Wars: A New Hope, è stata pubblicata il 6 maggio 2015[127]; il 12 agosto 2015 è uscito invece Star Wars: The Empire Strikes Back[128].
Edizioni italiane
La prima edizione italiana di Star Wars è stata curata da Mondadori, che ne iniziò la pubblicazione con il titolo Guerre stellari nel novembre 1977. Ogni numero di 40 pagine comprendeva due volumetti dell'edizione originale e veniva pubblicato a cadenza mensile. Tuttavia, dopo le prime sei uscite, l'edizione italiana raggiunse quella statunitense e i numeri successivi uscirono a intervalli variabili di alcuni mesi. Inoltre, a partire dall'undicesimo numero, Mondadori ridusse le pagine di ogni albo a 32 mantenendo però sempre due storie; ciò fece sì che alcune tavole dovessero essere eliminate o riarrangiate per contenere le storie in un numero di pagine ridotto. Dopo un successo iniziale, l'interesse del pubblico per la testata venne presto meno, e la pubblicazione di Guerre stellari si interruppe nell'ottobre 1979 con il quattordicesimo numero[129].
L'intera serie a fumetti venne poi pubblicata in italiano da Panini Comics all'interno della collana Star Wars Omnibus in cinque volumi editi tra il 2012 e il 2017[130][131]. La Panini ha curato anche le edizioni italiane delle ristampe Star Wars: A New Hope e Star Wars: The Empire Strikes Back, pubblicate rispettivamente come Star Wars - Una nuova speranza il 3 dicembre 2015[132] e Star Wars - L'Impero colpisce ancora il 6 ottobre 2016[133].
Contenuti
Star Wars include gli adattamenti a fumetti dei film Guerre stellari e L'Impero colpisce ancora, che compongono dodici numeri della serie. Essendo usciti prima dei rispettivi film questi adattamenti sono però basati sulle sceneggiature originali e sui bozzetti preparatori, e per questo presentano alcune differenze rispetto alle pellicole finali. Ad esempio il secondo volume include una scena poi tagliata dal film dell'incontro tra Ian Solo e Jabba the Hutt, in cui l'aspetto dell'alieno non ha nulla a che vedere con la versione definitiva del lumacone che appare ne Il ritorno dello Jedi[134]. Caso simile la prima apparizione di Yoda nel numero 41: poiché i dettagli sull'aspetto del personaggio vennero tenuti segreti dai realizzatori del film, il maestro Jedi del fumetto ha un aspetto molto più simile ai classici gnomi delle favole. Dopo l'uscita del film, nelle ristampe del fumetto l'aspetto di Yoda fu poi allineato a quello ufficiale[135]. In altri casi invece le differenze sono dovute al fatto che la Lucasfilm avesse espressamente proibito di anticipare nel fumetto alcuni colpi di scena dei film; è questo il motivo per cui la lumaca spaziale dalla quale scappa il Millennium Falcon ne L'Impero colpisce ancora non venne mostrata nell'adattamento.
Tutti i numeri restanti esplorano storie inedite ambientate negli intervalli di tempo e dopo le pellicole della trilogia originale, salvo rare eccezioni che trattano eventi precedenti Guerre stellari. Gli autori del fumetto dovettero quindi ideare nuove storie, destreggiandosi tra le varie restrizioni imposte dalla Lucasfilm per non sovrapporsi troppo a situazioni che venivano tenute in serbo per i lungometraggi. Molte delle trame di Star Wars ripercorrono allora le avventure di Luke Skywalker, Ian Solo, della Principessa Leila e degli altri eroi della trilogia originale alle prese con Dart Fener o nuove minacce, in forma di alieni, cacciatori di taglie o agenti dell'Impero Galattico. Il fumetto fu anche il primo medium di Guerre stellari a esplorare eventi successivi alla sconfitta dell'Impero ne Il ritorno dello Jedi. Queste storie mostrano Ian e Leila in veste di diplomatici mentre tentano di convincere i pianeti della Galassia a unirsi all'Alleanza Ribelle, Luke impegnato nello studio della Forza e nell'educazione di una nuova generazione di Jedi, e nuovi nemici che prendono il posto dell'Impero[136].
Accoglienza
Alimentato dalla buona campagna promozionale della Lucasfilm e della Marvel e dalla concorrente uscita del film, Star Wars si rivelò subito un successo, tanto che già a fine 1977 aveva superato i due milioni di copie vendute[9] e risultò uno dei titoli più venduti fino al biennio 1979-1980[137]. La soglia delle 100 000 copie vendute, stipulata in fase di contratto come limite al di sotto del quale la Marvel non avrebbe dovuto cedere royalties alla Lucasfilm[4], venne pertanto presto oltrepassata, permettendo alla Lucasfilm di rinegoziare l'accordo in modo vantaggioso e da una posizione di forza[138]. Ciononostante il successo del fumetto salvò la Marvel da un tracollo finanziario nel 1977-1978[139]. La critica ha però evidenziato come l'ottimo riscontro commerciale esulasse dai meriti artistici della serie, quasi privi di nota, ma era soprattutto dovuto al traino offerto dal contemporaneo boom del franchise di Guerre stellari[3].
Star Wars si è inoltre guadagnato la nomea di un'opera fortemente disallineata al canone ufficiale e proponente situazioni e personaggi a volte troppo bizzarri ed eccentrici[140][134][141]. L'esempio più famigerato è quello del coniglio alieno antropomorfo verde Jaxxon, un contrabbandiere lepi che è apparso per la prima volta nel numero 8 della serie, e che a quanto pare infuriò lo stesso George Lucas che ne richiese l'immediata rimozione[142]. La critica storica, tuttavia, inquadra il fumetto come figlio della sua epoca, un tempo in cui le storie a fumetti erano più leggere, audaci, piene di idee e di fantasia, e gli riconosce il merito di essere stata una delle prime opere dell'Universo espanso a proporre situazioni e personaggi inediti, a espandere il franchise oltre i confini temporali dei film e a ritagliarsi un proprio spazio nella storia del fumetto[11][143][12].
^(EN) John Jackson Miller, Gone but not forgotten: Marvel Star Wars series kept franchise fans guessing between films, in Comics Buyer's Guide, n. 1216, 7 marzo 1997, p. 46.
^(EN) Jim Shooter, Roy Thomas Saved Marvel, su Jim Shooter, 5 luglio 2011. URL consultato il 15 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2015).