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Il termine parenterale, tecnicamente, indica qualunque via di ingresso diversa dall'assorbimento intestinale; esso, infatti, viene dal greco παρα (prefisso che significa oltre) ed ἔντερον (intestino). Tuttavia, in molti contesti, esso viene utilizzato per indicare le sole iniezioni.
L'ingresso di una sostanza per via parenterale può essere intenzionale (e si parla allora di somministrazione parenterale), oppure accidentale, nel qual caso può essere origine di infezioni.
Le vie parenterali sono quelle in cui un farmaco non viene in contatto con il tubo enterico. Si possono suddividere in vie iniettive e non iniettive.
Vie iniettive:
endovenosa: ha massima biodisponibilità, rapido inizio d'azione, possibilità di regolare la dose in base agli effetti, utilizzabile per sostanze irritanti. Svantaggi: frequenti effetti sfavorevoli come emolisi, shock anafilattico... e difficoltà di automedicazione.
intramuscolare: velocità di assorbimento sensibile a flusso ematico, pazienti obesi/magri possono dare quadri di assorbimento anomali, depot assorbiti in modo lento e costante.
sottocutanea: velocità di assorbimento costante lenta e manipolabile, pellet per cessioni protratte.
intraarteriosa
intraarticolare (cortisonici)
intratecale (anestesie spinali)
tutte le forme farmaceutiche devono essere sterili eD a pH neutro.
Vie non iniettive:
inalatoria
cutanea,
mucosale
Per indicare un trattamento esterno viene anche usato il termine topico, che letteralmente indica un trattamento locale.
In infettivologia
Nel caso di infezioni batteriche o virali, inoltre, si può avere trasmissione parenterale in senso stretto, quando il microbo viene trasmesso attraverso trasfusioni di sangue e derivati infetti, trapianto d'organo infetto, utilizzo di aghi, siringhe, strumentazione chirurgica contaminata, oppure trasmissione parenterale inapparente, quando la trasmissione avviene attraverso microlesioni della cute; in entrambi i casi, il contagio avviene a causa della penetrazione di un agente patogeno all'interno dei tessuti (cioè, appunto, per via parenterale).
In fitoterapia
La fitoterapia tradizionale europea ha storicamente fatto largo uso della somministrazione parenterale per assorbimento cutaneo, attraverso l'applicazione topica di impacchi e cataplasmi e con pediluvi e lavaggi delle mani. I vantaggi sono evidenti e molteplici rispetto alla somministrazione per via orale: maggiore biodisponibilità locale, nessun problema di cattivi sapori o consistenze, possibilità di utilizzare piccole dosi di sostanze tossiche per il sistema digestivo.
Ad esempio, un rimedio tradizionale contro gli ossiuri è lo sfregamento della ruta sul palmo delle mani. Il celebre erborista francese Maurice Mességué curava i suoi pazienti spesso utilizzando pediluvi e lavaggi delle mani in acqua in cui erano state messe a bagno le sue erbe.
Queste tecniche sono state riprese dalla farmacologia moderna con la produzione di cerotti che dispensano localmente i principi attivi.