Si trasferì molto giovane, con la sua famiglia, a Madrid, per studiare. All'età di 15-16 anni frequentava molti dei raduni nella capitale, mostrando già la sua sete di conoscenza. In questi ambienti incontrò il maestro, filosofo e diplomatico polacco, Wincenty Lutosławski, che sposò nel 1887, andando a vivere in Polonia. Dal matrimonio nacquero quattro figlie:
La famiglia Lutosławski viaggiava ogni estate per la Galizia, permettendo a Sofía di mantenere un rapporto diretto con la propria terra. Combinò inoltre i continui viaggi e spostamenti, dovuti alla carriera diplomatica del marito, con il suo lavoro di giornalista e studiò le lingue dei paesi in cui viveva, arrivando a dominare otto lingue diverse.
Poiché dal matrimonio nacquero solo figlie femmine, fu respinta dal marito e dalla famiglia di lui, per non aver avuto un figlio che garantisse la continuità del loro cognome e in diverse occasioni lei e le figlie furono costrette a vivere ai limiti della sopravvivenza. Questo è anche il motivo per cui, nel 1917, lavorò come cronista di guerra sul fronte polacco e come infermiera per la Croce Rossa a Varsavia[2]. Tornò in Galizia completamente rovinata e quasi cieca, ma una donna di Almería che, oltre a farle compagnia, tenne in vita la sua lingua galiziana e l'aiutò nella cura delle sue figlie.
Carriera
Al momento della fondazione della Real Academia Galega, nel 1906, Sofía era già nota a livello mondiale, e fu nominata socio corrispondente; nel 1952 le venne concesso il titolo accademico d'onore[3].
La sua produzione letteraria, di narrativa, poesia e opere teatrali, fu molta prolifica: comprende quattro raccolte di poesie, cinque romanzi, otto romanzi brevi, racconti, un gioco, un libro per bambini e otto volumi di critica sociale, culturale e politica, oltre a più di un migliaio di articoli pubblicati in galiziano, spagnolo e polacco. Tenne numerose conferenze sulla situazione delle donne e delle relazioni internazionali, sia in Spagna che in Polonia, e tradusse classici dal polacco e russo al castigliano.
Le sue attività di giornalista e cronista includono articoli pubblicati sull'ABC tra il 1915 e il 1936: La mujer española en el extranjero (Madrid, 1910), De la Revolución rusa (Madrid, 1918), Impresiones de una mujer en el frente oriental de la guerra europea (Madrid, 1919), La revolución bolchevista, Diario de un testigo (Madrid, 1920) e El martirio de Polonia (Madrid, 1946)[4].
^MARTÍNEZ MARTÍNEZ, Rosario, Sofía Casanova, mito y literatura; el documento n.º 1 del Apéndice documental incluye la partida de nacimiento de Sofía Casanova: Libro Registro de Nacimientos de la ciudad de La Coruña. Año 1861. Nacimiento n.º 715, folio 14