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La sindrome da alimentazione notturna è un disturbo del comportamento alimentare, descritto per la prima volta nel 1955 da Stunkard, la cui comparsa per essere definita patologica deve essere continuativa per più di un mese.
Caratteristiche
Tale disturbo si compone di tre fasi che si manifestano quotidianamente nella persona affetta. Inizialmente, al mattino, prova disgusto al pensiero del cibo; in seguito si evolve nella direzione opposta dell'assimilazione incontrollata di cibo (iperfagia) durante la notte per via della difficoltà nell'addormentarsi, fino ad arrivare all'insonnia[1].
Sintomatologia
Fra i sintomi e i segni clinici si evidenziano:
.[2]
Eziologia
Si sospetta che il disturbo sia legato ad anomalie ormonali, legato quindi alla melatonina e alla leptina, ma le cause reali sono ancora sconosciute.
Terapia
Farmaci antidepressivi come lo Zoloft hanno dimostrato una qualche utilità clinica.
Note
Bibliografia
- Giordano Invernizzi, Manuale di Psichiatria e Psicologia clinica, terza edizione, Milano, McGraw-Hill, 2006, ISBN 88-386-2393-7.
Voci correlate