Favorito l'anno successivo per la conquista della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Mosca 1980, sempre nei superleggeri, è stavolta superato dalla classe superiore del napoletano e deve accontentarsi della medaglia d'argento. In particolare, la terza e ultima ripresa è il capolavoro tattico di Oliva che, con una "danza di guerra", ne fa saltare i consolidati schemi pugilistici[1] (4-1 il verdetto dei giudici)[2].