La Scoletta, eretta dalla Confraternita nel 1427, venne sopraelevata nel 1504 con la Sala Priorale decorata da un ciclo di quindici affreschi e tre tele, al quale tra il 1510 ed il 1511 lavorò anche il giovane Tiziano Vecellio.
Nel 1510, a Tiziano vennero affidati tre episodi dei Miracoli di sant'Antonio da Padova, il Miracolo del neonato, il Miracolo del piede risanato e il Miracolo del marito geloso. I tre grandi affreschi eseguiti dal giovane artista da aprile a dicembre 1511, nella sala principale della Scuola del Santo, rappresentano il primo vero grande lavoro autonomo di Tiziano.
Sorprendentemente, un attento esame della descrizione pittorica dell'affresco il Miracolo del marito geloso rivela un passaggio in cui il giovane Tiziano ha descritto il volume del braccio alzato della moglie, nel centro dell'azione, da scolpire in rilievo reale, piuttosto che descriverlo illusionisticamente, chiaramente visibile in una fotografia scattata in luce radente.[1]
Storia
L'Arciconfraternita di sant'Antonio sorse pochi anni dopo la morte del Santo ed acquisì ben presto una viva floridezza; nel corso del Duecento i confratelli era soliti usare la Sala del Capitolo per le loro adunanze, per poi passare alla Cappella della Madonna Mora. Nel corso del Quattrocento presero la decisione di erigere una nuova costruzione ai margini del sagrato della basilica.
Così come si presenta oggi, la Scuola è formata da due ambienti sovrapposti: quello a pianterreno, edificato tra il 1437 ed il 1431, era la chiesa; quello superiore, edificato nel 1504, aveva la funzione di sala per le adunanze.
Nel 1736 l'architetto Giovanni Gloria costruì il piccolo corpo di fabbrica che unisce la Scuola all'oratorio di San Giorgio, con l'elegante scalone d'accesso alla sala delle adunanze.
Lo scalone realizzato dall'architetto Giovanni Gloria mette in comunicazione la chiesa del piano inferiore con la sala al piano superiore. Sul pianerottolo è presente un dipinto a tempera su legno di autore ignoto, risalente al XV secolo, che raffigura Sant'Antonio sul noce intento a scrivere; il dipinto è assai deteriorato a causa delle incurie dei secoli.
Dalla loggia che si affaccia sulla Piazza del Santo si affacciarono i papi in visita a Padova per benedire la folla radunata; come tramandano due lapidi apposte, questo avvenne nel 1782 con papa Pio VI e nel 1800 con papa Pio VII. In tempi più recenti lo fece nel 1982 anche papa Giovanni Paolo II.
Gerolamo Tessari (attribuzione), Sant'Antonio resuscita un bambino caduto nella pentola dell'acqua bollente (1524, dipinto diviso in due parti dalla finestra)
Bartolomeo Montagna (attribuzione), Risurrezione di un giovane assassinato perché attesti l'innocenza del padre del Santo (XVI secolo)
^Sergio Rossetti Morosini, Tiziano Vecellio, Miracolo del marito geloso, 1511, in New findings in Titian's Fresco technique at the Scuola del Santo in Padua, The Art Bulletin, March 1999, Volume LXXXI, Number 1.
Bibliografia
Materiale informativo in loco.
Fr. A. Sartori, L'Arciconfraternita del Santo, Padova 1955.
Sergio Rossetti Morosini, Tiziano Vecellio, Miracolo del marito geloso, 1511, in New findings in Titian's Fresco technique at the Scuola del Santo in Padua, The Art Bulletin March 1999, Volume LXXXI Number 1.
Leopoldo Saracini, La Scuola del Santo, Ed. Messaggero, Padova 2009.
Vergilio Gamboso, La basilica del Santo di Padova - Guida storico-artistica, Messaggero di Sant'Antonio Editrice, Padova. ISBN 88-250-0023-5