San Tommaso fu incaricato da papa Urbano IV di comporre l'intera liturgia per la festa del Corpus Domini, che fu introdotta nel 1264. Lo stesso inno compare anche nel mattutino dell'Ufficio votivo del Santissimo Sacramento.
Dalle ultime due strofe dell'inno è stato ricavato il componimento "Panis angelicus".
Le sette stanze dell'inno vogliono imitare il ritmo di alcuni versi di Orazio e, sebbene quest'imitazione possa riuscire difettosa, le rime si intrecciano in un complesso schema ABABCBC. Quest'inno offre un esempio del passaggio dalla metrica quantitativa classica alla moderna metrica accentuativa; inoltre, mentre rispetta i canoni della metrica classica, introduce la nuova concezione del verso, basata sulla rima.
Note
^Corrisponde all'odierno Ufficio delle Letture, in cui l'inno è conservato ma reso alternativo ad un testo in lingua volgare. Nell'edizione della Liturgia delle Ore, a differenza di quella del Breviario romano le prime parole dell'inno sono però Sacris sollemniis: questa è l'unica modifica rispetto al testo del Breviario.
^La traduzione in italiano, mantenendo la rima, è stata effettuata da Don Giuseppe Riva.Tratto dal Manuale di Filotea di Don Giuseppe Riva.