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È accreditato come l'inventore del primo esempio di razzo a propellente liquido della storia.[2] Goddard lanciò il suo razzo con successo il 16 marzo 1926, aprendo l'era dell'astronautica. Assieme al suo gruppo di lavoro lanciò 34 razzi[3] tra il 1926 e il 1941, raggiungendo l'altitudine di 2,6 km (1,6 mi) e la velocità di 885 km/h (550 mph).[3]
Goddard lavorò sia come teorico che ingegnere, anticipando concetti che successivamente permisero i voli aerospaziali.[4] È chiamato l'uomo che aprì l'era spaziale.[5] Due dei 214 brevetti di Goddard rivendicano l'invenzione del razzo multistadio (1914), e del razzo a propellente liquido (1914), pietre miliari nell'astronautica.[6] Nel 1919 la sua monografiaA Method of Reaching Extreme Altitudes è considerata uno scritto esemplare della scienza aerospaziale del XX secolo.[7][8] Goddard applicò la dinamica del volo a due assi (giroscopio e spinta direzionale) al controllo dei razzi durante il volo.
Il suo lavoro fu talmente rivoluzionario da non essere supportato pubblicamente dalle istituzioni, ricevendo piccoli contributi.[9] Fu una persona schiva e la ricerca sui razzi all'epoca non veniva vista di buon occhio per un docente di fisica.[10] La stampa e altri scienziati ridicolizzarono il suo lavoro, le sue teorie. Il risultato fu quello di rimanere nella sua privacy del suo lavoro. Preferì lavorare da solo, anche a causa di strascichi di una tubercolosi.[11]
Robert Goddard nacque a Worcester (Massachusetts) da Nahum Danford Goddard (1859–1928) e Fannie Louise Hoyt (1864–1920). Robert fu l'unico figlio che sopravvisse; un figlio più giovane, Richard Henry, nacque con una deformazione spinale e morì a neanche un anno di età. Nahum fu un manovale nel settore manifatturiero.[17] Goddard ebbe antenati del New England con William Goddard (1628–91) di Londra, che fondò una merceria a Watertown (Massachusetts) nel 1666. Da parte di madre l'origine risalgono al '600 con John Hoyt e altri fondatori del Massachusetts.[18][19]
Appena nato i genitori si spostarono a Boston. Iniziò ad interessarsi allo spazio dopo che il padre gli regalò un telescopio.[20] Nel 1898, la madre si ammalò di tubercolosi e si ristabilirono a Worcester. Il sabato la famiglia frequentava la chiesa episcopale e il giovane Robert cantava nel coro.[17]16
Goddard lanciò il primo razzo a combustibile liquido il 16 marzo 1926 a Auburn nel Massachusetts. Il giornale che pubblicò la notizia, la descrisse con una laconica dichiarazione: "Il primo volo di un razzo a propellente liquido è stato fatto ieri al podere della zia Effie". Il razzo, ribattezzato "Nell", era della grandezza di un braccio umano, e si alzò di appena 14 m durante il suo volo di appena mezzo secondo.
Goddard era molto sospettoso verso gli altri e spesso lavorò completamente da solo, per paura che qualcuno potesse limitare l'espansione del suo lavoro. La sua asocialità fu un risultato di come fu trattato dagli altri scienziati suoi contemporanei e dai media. Ad esempio, dopo uno dei suoi esperimenti nel 1929, un giornale locale di Worcester titolò ironicamente "Razzo lunare manca l'obiettivo di appena 238799 miglia e mezzo". Un altro esempio fu una retrospettiva ironica del The New York Times su Goddard che si intitolò "Un metodo per raggiungere estreme altitudini". L'articolo del NY Times si basava sul fatto che "ognuno" sa che un razzo non può viaggiare nel vuoto, poiché non c'è nulla da cui trarre la spinta. "Goddard" - citava l'articolo - "sembra non avere nemmeno le conoscenze di base delle scuole superiori".
Goddard con il primo razzo a propellente liquido.
Successivamente Goddard si trasferì a Roswell, nel Nuovo Messico (molto prima che diventasse il centro della mania degli UFO), dove lavorò per decenni nel più assoluto isolamento. Benché avesse sottoposto il suo lavoro nel campo della missilistica all'attenzione dell'Esercito statunitense, non ebbe successo, poiché l'esercito in gran parte non riuscì ad afferrare l'applicazione militare delle sue teorie (ad eccezione del bazooka, un prototipo da lui presentato nel novembre del 1918, poco prima della fine della prima guerra mondiale). Ironicamente, fu invece la Germania nazista ad avere più interesse per le sue ricerche, soprattutto grazie a Wernher von Braun, che concretizzò le sue teorie. I razzi V2, che causarono migliaia di morti civili, erano molto simili ai progetti di Goddard.
Nel 1969, giusto pochi giorni prima dell'atterraggio dell'Apollo 11 sulla Luna, il New York Times ritrattò l'editoriale su Goddard pubblicato 49 anni prima. "Gli ulteriori esperimenti e ricerche" - diceva il giornale - "hanno confermato i risultati di Isaac Newton nel XVII secolo, dimostrando definitivamente che un razzo può muoversi nel vuoto così come nell'atmosfera. Il Times si rammarica dell'errore".
^Archives, su siarchives.si.edu, The Smithsonian Institution. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2012)..
^Robert H. Goddard: American Rocket Pioneer (PDF), in Facts, NASA, 17 marzo 2001, pp. 1-3. URL consultato il 5 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2017).
^(EN) Martin Caidin, Vanguard!, New York, E. P. Dutton & Co., 1957, pp. 91-93.
^ Loyd S., Jr Swenson, James M Grimwood e Charles C Alexander, Part I, Chapter I, in This New Ocean: A History of Project Mercury, The Highway to Space, NASA, 1989, pp. 13-18. URL consultato il 27 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
^ Jeffrey Kluger, Rocket Scientist Robert Goddard, Time, 29 marzo 1999. URL consultato il 23 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2013).
^ Robert Locke, Space Pioneers Enshrined, in Las Vegas Optic, Las Vegas, New Mexico, Associated Press, 6 ottobre 1976, p. 6. Ospitato su Newspapers.com.