Vaso eponimo del pittore di Baltimora
Ermes guida una defunta agli inferi
Guerriero in abiti campani seduto in un
naiskos
Pittore di Baltimora (fl. ultimo quarto del IV secolo a.C.) è il nome convenzionale assegnato a un ceramografo apulo; Il nome adottatato è riferito ad un vaso conservato al Walters Art Museum di Baltimora[1].
È considerato il più importante pittore di vasi tardo apuli e l'ultimo di rilievo.
Attività
I primi lavori del pittore di Baltimora furono decisamente influenzati dal pittore di Patera. Dipinse principalmente grandi crateri a volute, anfore, loutrophoroi e hydriai . È probabile che la bottega fosse situata a Canosa.
Raffigurò scene tipicamente adatte ai sepolcri (vasi naiskos), raffiguranti solitamente un naiskos da un alto e una stele tombale dall'altro, spesso caratterizzate da figure in vesti giallo-arancio, scene mitologiche e dionisiache, oltre a eroti, matrimoni e scene di vita femminile.
Stilisticamente, soprattutto per quanto riguarda le forme dei vasi e i temi pittorici, il suo lavoro è molto simile a quello del Pittore degli Inferi.ed è caratterizzato da dettagli ricchi e raffinati, soprattutto nell'ornato. Vari pittori risultano strettamente collegati al pittore di Baltimora, tra questi il pittore di Stoke-on-Trent, che era un collega molto vino o potrebbe effettivamente essere identificato nella stessa persona, e i pittori del Gruppo TC . Tra i suoi successori sono individuabili il pittore del Sakkos bianco, probabile erede della bottega, e altri pittori del gruppo del Sakkos bianco, il pittore di Sansone, il gruppo di Stoccarda e il gruppo del Kantharos.
Note
Bibliografia
- (EN) Rolf Hurschmann, Baltimore Painter, in Brill's New Pauly, 2006.
- (DE) Arthur Dale Trendall, Rotfigurige Vasen aus Unteritalien und Sizilien, Ein Handbuch, in Philipp von Zabern (a cura di), Kulturgeschichte der Antiken Welt, vol. 47, Magonza, 1991, pp. 115-118, ISBN 3-8053-1111-7..
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