Nel 1776 Pietro venne nominato coadiutore della diocesi di Lubecca, dal momento che il principe ereditario Federico Guglielmo non era in grado di governare. Nel 1785, alla morte del principe-vescovo Federico Augusto, divenne amministratore del ducato di Oldenburgo e principe-vescovo di Lubecca a sua volta, ottenendo tutte le cariche di governo, ma senza avere il privilegio di portare il titolo di duca, che gli venne concesso solo alla morte del principe ereditario Federico Guglielmo nel 1823.
Nel 1803 il principato episcopale di Lubecca, in riconoscimentoidei meriti della casata di Holstein-Gottorp, venne secolarizzato in un principato laico ed unito al ducato di Oldenburg, unendovi anche i possedimenti di Vechta e Cloppenburg.
Nel 1806 il ducato venne temporaneamente occupato dalle truppe olandesi e francesi. Varel e Kniphausen, che appartenevano ai domini di Oldenburg, vennero assegnate al regno d'Olanda. Pietro fu pertanto costretto a sottoscrivere la pace di Erfurt e ad aderire alla Confederazione del Reno nel 1808.
Oldenburg venne ad ogni modo occupata dai francesi sino al 1810 come parte dei domini di stato sottoposti al governo di Napoleone I, costringendo Pietro a vivere in esilio in Russia.
Nel 1813, dopo la caduta di Napoleone, egli riprese possesso delle proprie terre, preoccupandosi tra le prime riforme di provvedere alla formazione di un eccellente servizio militare di fanteria di stanza ad Oldenburg.
Al Congresso di Vienna del 1815 ottenne il titolo di granduca di Oldenburg, anche se non se ne servì ufficialmente sino al 1823, anno della sua definitiva presa di potere nel ducato. Oldenburg ottenne anche il principato di Birkenfeld e, nel 1818, l'area di Jever.