La periodicità delle osservazioni, la capacità di mappare ampie aree di cielo e di trovare oggetti variabili ed in movimento, oltre ad una notevole sensibilità degli strumenti, consentono di effettuare studi astronomici spazianti tra l'astronomia del sistema solare e la cosmologia.[2]
Il progetto è sostenuto finanziariamente da una collaborazione tra diverse strutture, tra cui: l'istituto per l'astronomia delle Hawaii, il MIT, i laboratori Lincoln, l'MHPCC, ed il SAIC (Science Application International Corporation). La costruzione del telescopio PS1 è stata finanziata in parte dall'United States Air Force.[3]
Caratteristiche del progetto
Il progetto originario consta di due sistemi ottici individuali (PS1/PS2), ciascuno con uno specchio di tipo Ritchey-Chrétien con diametro di 1,8 metri che dovrebbero osservare contemporaneamente una medesima porzione della volta celeste. Ogni specchio ha un campo visivo di 3° ed è dotato di una fotocamera CCD da 1,4 miliardi di pixel. La volta celeste viene osservata per 3 volte ogni ciclo lunare. La scelta di costruire più specchi di dimensioni ridotte ha consentito un minore costo e tempi ridotti di costruzione[4]. Pan-STARRS 2 (PS2) è stato costruito adiacente a PS1 e sarebbe dovuto entrare in funzione in autunno 2017.[5]
I dati grezzi del PS1 confluiscono al centro di ricerca dello STScI per essere successivamente elaborati e diffusi al pubblico[6].
L'ampio campo visivo del telescopio ed il ridotto tempo di esposizione consentono di esaminare circa 6000 gradi quadrati di cielo ogni notte. Poiché l'intera volta celeste è di 41253.0 gradi quadrati, dei quali 30.000 sono visibili dalle Hawaii, l'intera volta celeste può essere campionata in un periodo di 40 ore (4 notti). Non potendo effettuare osservazioni in notti di luna piena, la sfera celeste può essere esaminata quattro volte in un mese.
La più grande indagine astronomica di sempre
I dati delle survey Pan-STARRS1 consentono a chiunque di accedere a milioni di immagini e utilizzare il database e i cataloghi contenenti misurazioni precise di miliardi di stelle e galassie. Dal 2010, anno in cui l'osservatorio ha iniziato le operazioni scientifiche[7] sono stati resi disponibili due blocchi di dati: il primo nel 2016 costituito da 2 petabyte di dati[8] ed il secondo a gennaio 2019, consistente in 1,6 petabyte.[9] I dati delle survey sono accessibili nell'archivio Mikulski per i telescopi spaziali (MAST), che archivia anche i dati delle osservazioni a guida NASA in luce ottica e ultravioletto.
P/2010 T2 (PANSTARRS): la prima cometa scoperta dal programma Pan-STARRS; rilevata il 6 ottobre 2010[12], è un debole oggetto di magnitudine 20.
2010 ST3: primo NEA scoperto dal programma Pan-STARRS; l'oggetto di circa 30-65 m di diametro, passò a circa 6 milioni di chilometri a metà ottobre 2010. Le sue dimensioni sono simili al corpo che avrebbe provocato l'evento di Tunguska nel 1908,
Grazie alle campagne osservativa di Pan-STARRS ed Apogee della Sloan Digital Sky Survey, è stata effettuata una mappatura in 3D della polvere galattica all'interno della Via Lattea.[14] Lo studio, che prevede una fase di approfondimento a maggio 2017, sonda la composizione chimica delle polveri e la sua distribuzione quantitativa in rapporto alle proprietà chimiche[15][16]
Il 19 gennaio 2011 sono stati scoperti in una sola notte ben 19 asteroidi NEO, tutti successivamente confermati con osservazioni effettuate da telescopi maggiori situati sul Mauna Kea.[17]
2012 TC4: un asteroide appartenente al gruppo Apollo, scoperto nel 2012 e compreso tra i 10 e 30 metri, è stato oggetto di uno studio approfondito in occasione del suo fly-by avvenuto ad ottobre 2017, quando ha raggiunto una distanza minima di circa 50000 chilometri dalla Terra[18].[19]
2020 SO: scoperto nel 2020, potrebbe essere il residuo di un razzo vettore lanciato nel 1966 e finito in orbita solare.
2023 FW13: è un asteroide scoperto nel 2023. La sua peculiarità è quella di avere un periodo di rivoluzione molto simile a quello terrestre. Unitamente alla sua distanza dalla Terra, circa 14 milioni di chilometri, fa sì che 2023 FW13 venga considerato informalmente una quasi-luna.[22]