Orlando Zapata Tamayo (Santiago di Cuba, 15 maggio 1967 – L'Avana, 23 febbraio 2010) è stato un attivista cubano, morto dopo 85 giorni di sciopero della fame per protesta contro le autorità cubane[1].
Vita politica
Zapata era membro del [Movimiento Alternativa Republicana] e fu arrestato il 6 dicembre 2002 dagli agenti della polizia cubana e imprigionato per oltre tre mesi. Il 20 marzo 2003, dopo appena 13 giorni di libertà, fu arrestato una seconda volta durante una repressione e inviato alla prigione Kilo 8 di Camagüey. Al tempo del suo secondo arresto stava partecipando a uno sciopero della fame organizzato dall'«Assemblea per la promozione di una società civile» (Assembly to Promote a Civil Society), che si svolgeva a casa di Marta Beatriz Roque Cabello, che aveva il valore di petizione per la liberazione di prigionieri politici. Fu accusato di vilipendio della figura di Fidel Castro[1], disordine civile e disobbedienza e fu condannato a 36 anni di carcere, dopo diversi procedimenti giudiziari. Amnesty International lo ha riconosciuto come prigioniero per motivi di opinione.
Lo sciopero della fame e la morte
Il 2 dicembre 2009 Zapata iniziò un durissimo sciopero della fame per protestare contro il governo cubano per avergli negato di indossare l'abito bianco simbolo dei dissidenti invece dell'uniforme carceraria e per denunciare le condizioni di vita degli altri prigionieri. Si rifiutò di mangiare perfino il cibo che gli portava la madre, che lo andava a visitare ogni tre mesi. Secondo la Direzione Democratica Cubana, le autorità carcerarie negarono l'acqua a Zapata per 18 giorni, ciò causò un deterioramento della sua salute e l'insufficienza renale.[2]
Zapata continuò comunque lo sciopero della fame e fu ricoverato in data imprecisata all'ospedale di Camagüey, dove gli furono iniettati fluidi per via endovenosa contro la sua volontà. Il 16 febbraio 2010 le sue condizioni peggiorarono ulteriormente e fu trasferito all'Hermanos Ameijeiras Ospedalede L'Avana, dove morì il 23 febbraio 2010 all'età di 44 anni. È il primo oppositore cubano a morire per sciopero della fame dopo la morte, avvenuta nel 1972, di Pedro Luis Boitel[3].
Il 26 febbraio 2010 per protestare contro questa morte, ha iniziato uno sciopero della fame anche il dissidente giornalista e scrittore Guillermo Fariñas, detto "El Coco".
Note
Voci correlate
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