Non finito

Non finito nel Pensiero di Auguste Rodin, del 1895

Il non finito è una tecnica di scultura e indica un'opera incompiuta. L'espressione, di origine italiana, è filtrata in ogni lingua.

Le opere non finite appaiono incompiute perché l'artista scolpisce solo una parte del blocco, con le figure che sembrano imprigionate nel materiale. La tecnica, inaugurata da Donatello, raggiunse il suo grado di perfezione con Michelangelo.

La differenza tra un torso e il non finito è che l'artista ha usato più materiale del necessario e ci sono ancora parti non trasformate, mentre un torso ha parti "tagliate"; inoltre altre parti anatomiche (spesso braccia o gambe) non devono far parte della scultura finita.

Storia

L'espressione non finito fu usato sin dal 1435 in concomitanza con i primi disegni, che furono poi considerati una forma d'arte indipendente. Il fatto che esista "nulla linea" ("nessuna linea") in natura ha portato gli artisti di questa generazione a riconoscere la più alta forma di astrazione. Allo stesso tempo essi "presumevano" che il destinatario dovesse essere in grado di vedere qualcosa che non era completamente formulato nel disegno (i disegni non possono essere di per sé naturalistici, mentre la pittura ad acquerello e il pastello sì). Leonardo da Vinci ha sottolineato, nel suo Trattato della pittura, che il non finito significa un alto successo artistico e intellettuale. In neurologia, questo fatto è stato considerato comprovato circa 550 anni dopo, e il riempimento percettivo è un termine che indica questa prestazione del cervello.

Non finito nella Pietà Bandini di Michelangelo.

Il non finito attinge dalla filosofia platonica, secondo cui qualsiasi opera d'arte non assomiglia mai completamente alla sua controparte celeste. L'atto di lasciare un'opera incompiuta è in tal caso dunque voluto, come è provato dalla firma talora apposta dello scultore (l'esempio più noto in questo senso è la Pietà vaticana di Michelangelo).

Esempi di non finito

Bibliografia

  • Hans Belting, Das unsichtbare Meisterwerk: Die modernen Mythen der Kunst. Verlag C. H. Beck, München 2001, ISBN 3-406-48177-9, S. 233 ff.
  • Christiane Wohlrab, Non-finito als Topos der Moderne: Die Marmorskulpturen von Auguste Rodin. Wilhelm Fink Verlag, Paderborn 2016, ISBN 978-3-7705-5985-5, vor allem S. 9–47 und 219–241.

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 19965 · LCCN (ENsh85139661 · BNF (FRcb12128964p (data) · J9U (ENHE987007560929605171