Nato nella capitale dello Stato del Pernambuco, si trasferì a Rio de Janeiro con la famiglia nel 1916. Fu il padre Mário Rodrigues ad affidargli il primo incarico: come direttore del giornale A Manhã, nominò il figlio cronista sportivo. Appassionato di calcio, Mário Filho apportò molte innovazioni nel linguaggio giornalistico,[1] pubblicando i suoi articoli sia sul giornale del padre sia, più avanti, sui maggiormente rilevanti Crítica, O Globo e Jornal dos Sports.[1] La sua attività diede impulso allo sviluppo del giornalismo sportivo in Brasile, grazie ai suoi resoconti sul calcio carioca, che contribuirono alla diffusione della passione per il calcio in patria.[1] Tra i suoi maggiori contributi, la pubblicazione di O negro no futebol brasileiro, libro del 1947 che trattava del ruolo del giocatore di colore nel calcio degli anni 1940 in Brasile,[2] la creazione del termine "Fla-Flu" per definire il derby tra Flamengo e Fluminense,[1] e l'impegno profuso per l'istituzione del Torneio Rio-São Paulo nel 1950.[1] Fondò il giornale Mundo Esportivo, la cui stampa però fu limitata a un solo anno,[1] e fu uno dei pochi a difendere i calciatori Barbosa, Bigode e Juvenal in seguito al Maracanazo al campionato del mondo 1950.[2] Morì nel 1966, vittima di un attacco cardiaco, e un mese dopo la sua morte gli fu intitolato lo stadio Maracanã.[3]