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Storia
L'insediamento ha origini romane, testimoniate dalla villa le cui fondamenta furono trovate. Successivamente vi si stabilì la famiglia De Castello, che costruì una fortezza citata per la prima volta nel 1198[1][2] e poi nel 1206 e nel 1209[3]. La fortezza venne smantellata nel 1517,[2] in seguito al trasferimento della stessa dalle mani di Ludovico il Moro a quelle degli Svizzeri[2].
Un drammatico fatto di sangue avvenne il 2 luglio 1843[4] noto come “i fatti del Bisbino”. Alcuni giovani di Bruzella, Caneggio e Morbio di ritorno dal Santuario della Beata Vergine posto sulla vetta del Bisbino, nella zona oggi nota come I Crusett si scontrarono con altri pellegrini e nella rissa che ne scaturì fu ucciso tal Carlo Casartelli, detto Ballin, carabiniere di Chiasso, accorso in aiuto dei feriti. Seguirono diverse rappresaglie nei comuni della Valle di Muggio e il 6 luglio fu ucciso don Michele Cereghetti, parroco di Bruzella, da una fucilata tiratagli dal carabiniere Antonio Pagani che si apprestava ad arrestarlo. Due giorni dopo un fratello del Pagani uccise con un colpo di carabina il panettiere Antonio Ferrari di Morbio Inferiore. Le tre croci di legno, testimonianza dei pellegrinaggi parrocchiali verso il santuario, ricorderebbero anche le vittime di questi crimini[5][6].
Nel novembre del 2004 i sindaci di Vacallo, Chiasso e Morbio Inferiore lanciarono l'idea di creare un unico comune, tramite la sottoscrizione di una dichiarazione d'intesa, ma il progetto fu respinto a grande maggioranza da una votazione popolare il 25 novembre 2005[7] e il progetto formalmente ritirato con decreto legislativo del Gran Consiglio in data 22 gennaio 2008[8].
Stemma
Lo stemma di Morbio Inferiore rappresenta un castello con una torre bianca su campo rosso e una rossa su campo bianco. Questo stemma ricorda l'antico castello che sorgeva attorno alla metà del Seicento ed era situato dove ora si innalza il Santuario di Santa Maria dei Miracoli, consacrato nel 1613 e diventato Basilica il 2 giugno 1991.
Ogni famiglia originaria del luogo faceva parte del cosiddetto comune patriziale e aveva la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune. Il Patriziato di Morbio Inferiore è estinto[10].
Giuseppe Bianchi, Gli artisti ticinesi. Dizionario biografico, Libreria Bianchi, Lugano 1900.
Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 435-436, 475, 576.
Giuseppe Martinola (a cura di), Invito al Mendrisiotto, Lions Club del Mendrisiotto, Bellinzona 1965, 47-50; Idem, Inventario d'arte del Mendrisiotto, I, Edizioni dello Stato, Bellinzona 1975, 350-381, 490-497.
Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 376-379.
Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
Basilica - Santuario di Morbio Inferiore (a cura di), 902. UN LUOGO PER «REFFARE» LA VITA, in A Santa Maria dei Miracoli - Canti e preghiere, edizione fuori commercio.