Moḥammad-Javād Bāhonar era figlio di un modesto commerciante, proprietario di un piccolo negozio a Kerman.[4] Mohammad-Javad era il suo secondo figlio e aveva otto tra fratelli e sorelle.
La sua vita fu caratterizzata da un'accentuata povertà. Quando era bambini, poté studiare il Corano solo in un modesto Maktab animato da pie donne. Lì imparò a leggere e a scrivere. Guidato dall'Ayatollah Ḥaqīqī, poté entrare nel seminario della scuola Maʿṣūmiyye di Kerman (in persianoمدرسه معصومیه کرمان, Madrase Maʿṣūmiyye Kermān), dove ottenne il diploma concesso a chi superava il quinto livello di quel tipo di scuola.[5]
Prima pagina del quotidiano iraniano Eṭṭelāʿāt in cui si dà notizia del mortale attentato. Le responsabilità del "martirio" furono attribuite ad "agenti dell'America".
Bāhonar fu assassinato con Rajāʾī e altri componenti del Partito Islamico Repubblicano quando una bomba esplose nell'ufficio del partito a Tehran il 30 agosto1981.[1][11][12][13] In Iran, l'esplosione fu chiamata Attentato dell'Hafte Tir.[14] Quando una delle vittime aprì una valigetta, si ebbe l'esplosione. La valigetta era stata portata all'incontro da Massoud Keshmiri, un ufficiale della Sicurezza del Partito Islamico Repubblicano. Una settimana più tardi, fu annunciato che Keshmiri era il responsabile della progettazione dell'esplosione.[7] Keshmiri fu identificato come un agente operativo dei Mujahedin del Popolo, sostenuto da Saddam Hussein.[1][3] Aveva già cercato di assassinare Rajāʾī e Bāhonar il 22 agosto, quando Rajāʾī aveva presentato il suo governo a Ruhollah Khomeyni. Il figlio di quest'ultimo, Aḥmad Khomeyni, chiarì che Keshmiri si trovava con Rajāʾī quando si erano recati dall'Ayatollah Khomeyni. Aveva con sé una valigetta, ma non gli fu permesso di portarla dentro la stanza del ricevimento.[7]
^ab Hossein Asayesh, Adlina Ab. Halim, Jayum A. Jawan e Seyedeh Nosrat Shojaei, Political Party in Islamic Republic of Iran: A Review, in Journal of Politics and Law, vol. 4, n. 1, marzo 2011. URL consultato il 29 luglio 2013.