Nacque in una famiglia operaia e nell'autunno del 1863, diventò la prima studentessa a studiare come insegnante nel seminario Jyväskylä appena creato.[1]
Quando il marito divenne direttore di un giornale, Minna incominciò una decisa campagna femminista.[3]
Nonostante la sua ardua situazione, venutasi a creare dopo la morte del marito e la presenza di sette figli da mantenere, Minna proseguì la sua attività di scrittrice.
I temi ricorrenti dei suoi primi lavori furono soprattutto le ingiustizie sociali e i guasti provocati dalla miseria.
I drammiTyömiehen vaimo (La moglie dell'operaio) del 1885 e Kovan onnen lapsia (Figli della sventura) del 1888 si caratterizzarono per un intenso realismo e per il gusto di scene violente.[3]
Nel 1887 firmò per la prima volta il documento di fondazione dell'Associazione per la libertà e la tolleranza della Finlandia, in cui espresse il suo giudizio riguardante le tematiche religiose.[2]
Nella successiva fase letteraria, Minna Canth focalizzò le problematiche morali, evidenziando ottime qualità di penetrazione psicologica.
Nel dramma Papin perhe (La famiglia del pastore) del 1891 l'autrice ripresentò il contrasto fra padri e figli, mentre in Sylvi del 1893 mostrò segni di influenza ibseniana, descrivendo la storia di una giovinetta generosa ma eccessivamente impulsiva.[3]
Nel 1892 con Agnes e con Sylvi l'anno seguente, Canth approfondì ulteriormente la psicologia femminile.
Il tema principale in entrambe le opere è la tragica libertà del volere, la prima è ambientata a San Pietroburgo; nella seconda la protagonista arriva ad avvelenare il marito a causa del suo rifiuto di concederle il divorzio.[2]
In una delle sue opere più riuscite, Anna Liisa del 1895, invece l'autrice evidenziò elementi di ispirazione tolstojani, riuscendo a portare a compimento l'operazione di trasfigurazione del male con modalità e strumenti artistici, nell'approfondimento della psicologia dell'infanzia.[3]
Minna Canth morì il 12 maggio 1897, all'età di 53 anni, per un attacco di cuore.[1]