Il 31 maggio 2015, in seguito ai risultati deludenti delle Elezioni regionali toscane, rassegna le dimissioni da coordinatore regionale del partito poco prima delle chiusura dei seggi elettorali in polemica con la direzione del partito.
Accusato di finanziamento illecito nell’inchiesta P3, il 16 marzo 2018 viene assolto con formula piena mentre Denis Verdini viene condannato a 15 mesi.[7]
Nell'aprile 2013, nell'ambito di una inchiesta per truffa per una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria, la Procura della Repubblica di Firenze emette un'ordinanza attraverso la quale la Guardia di Finanza sequestra beni per 12 milioni di euro alla società Settemari, Massimo Parisi e altre persone[8].
In seguito a questa inchiesta, il 2 marzo 2016 a Firenze Massimo Parisi viene condannato a 2 anni e mezzo di reclusione nel processo di I grado.[senza fonte]
Il 25 novembre 2014 viene indagato dalla Procura di Firenze insieme al collega Verdini con l'accusa di bancarotta fraudolenta in riguardo al fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino di Verdini, avvenuto nel febbraio 2014: i due esponenti politici nel 2005 si sarebbero appropriati di 1,3 milioni di euro della società vendendo le quote della Nuova Toscana Editrice, controllata da loro al 40% e con un capitale di 62.000 euro[9].
L'11 aprile 2018 il PM Luca Turco ha chiesto una condanna a 3 anni per Verdini e 2 per Parisi.[10]
Il 13 settembre 2018, invece, il tribunale di Firenze ha condannato Massimo Parisi a 5 anni, tre in più rispetto alla richiesta dl pubblico ministero, mentre Denis Verdini è stato condannato sempre per bancarotta fraudolenta della Ste a 5 anni e mezzo. Per entrambi, i giudici hanno anche deciso l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tre anni ciascuno per gli altri 3 imputati nel processo, tutti amministratori della Ste che pubblicava 'Il Giornale della Toscana': Girolamo Strozzi Majorca Renzi, Enrico Luca Biagiotti e Pierluigi Picerno. Anche per questi imputati è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici, ma entro un limite di cinque anni ciascuno. Nel maggio 2022 la Corte d’appello di Firenze conferma la condanna per Parisi e Verdini[11]. Il 28 novembre 2023 la Cassazione conferma la condanna per Verdini e Parisi[12].