L'edificio è classificato come palazzo di primo grado.[2] Si tratta della prima residenza nobiliare del Regno Unito ad aver aperto le proprie porte al pubblico.[5]
La tenuta di Longleat, dove in origine sorgeva un priorato agostiniano[4], venne acquistata da Sir John Thynne nel 1541.[4]
Dopo la distruzione dell'edificio religioso a causa di un incendio, verificatosi nel 1567[4], Thynne commissionò agli architetti Robert Smythson e Allan Maynard la realizzazione di una residenza di campagna.[2][3] Nel 1572 venne realizzata la facciata[2], mentre i lavori vennero completati nel 1580.[2][3]
Nel corso del XVIII secolo, furono realizzati i giardini ad opera di Capability Brown.[3][5]
In seguito, tra il 1801 e il 1811, venne intrapresa dall'architetto Jeffry Wyatville un'opera di ampliamento su commissione del secondo marchese di Bath.[2] In seguito, negli anni settanta del XIX secolo, il quarto marchese di Bath incaricò J.D. Crace di ridecorare gli interni in stile italiano.[2][4]
Alla fine degli anni quaranta, Longleat House venne aperta per la prima volta al pubblico.[4][5] In seguito, nel corso degli anni sessanta, venne realizzato all'interno della tenuta il primo safari in un continente diverso da quello africano.[4]
Architettura
Il palazzo è circondato da un parco della superficie di 900 acri.[3] L'edificio è a tre piani[3] e la facciata presenta caratteristiche tipiche del Rinascimento italiano.[5]
Nel parco attorno alla villa si trovano un labirinto (il più grande della Gran Bretagna)[5], una ferrovia in miniatura, dei giardini con farfalle, ecc.[3]
Gli interni sono decorati da dipinti di Jon Wooton[5] e da ritratti di membri della famiglia Thynne.[1] Nell'edificio sono inoltre conservati circa 40.000 volumi, 5.000 dei quali trovano posto nella Red Library.[5]
Tra gli altri punti d'interesse degli interni, figurano la State Drawing Room, decorata con dipinti di Mainardi e Tiziano, il Saloon con un camino che ricorda quello del Palazzo Ducale di Venezia, ecc.[5]