Espulso dall'Ungheria nel 1031 o 1032, trascorse molti anni in Boemia, Polonia e nella Rus' di Kiev. Quando fece ritorno in patria, nel 1046, stava imperversando una rivolta pagana aizzata da chi desiderava allontanare le autorità ecclesiastiche cristiane e detronizzare il sovrano dell'epoca, ovvero Pietro Orseolo. Levente rimase un pagano devoto, ma non ostacolò il processo di salito al trono del fratello di fede cristiana e futuro re, Andrea I.
Biografia
Infanzia
Le cronache ungheresi riferiscono informazioni contraddittorie sulla sua discendenza.[1] Secondo un resoconto che non gode di grossa fortuna, Levente e i suoi due fratelli, Andrea e Béla, erano «figli di Ladislao il Calvo» e di sua «moglie della Rutenia», ovvero della Rus' di Kiev.[2][3][4] Più accreditata è invece quella versione la quale riferisce che i tre fratelli erano figli del fratello di Ladislao il Calvo, «Vazul[,] e di una ragazza del clan»di Tátony.[3][4]
Gli storici moderni concordano sul fatto che quest'ultima narrazione risulti più affidabile e confermano pressoché unanimemente che Levente nacque da Vazul e dalla sua concubina del clan di Tátony.[4][5][6][7] Tuttavia, gli storici discutono ancora se Levente fosse il figlio maggiore o minore dei tre.[5] Gyula Kristó, il quale sostiene che Levente fosse il figlio maggiore di Vazul, riferisce che nacque tra il 1010 e il 1015.[8]
Esilio e ritorno
Levente, Andrea e Béla lasciarono l'Ungheria dopo che il padre fu accecato nel 1031 o 1032.[7][8] Stabilitisi inizialmente in Boemia, la lasciarono dopo aver vissuto, secondo la Chronica Picta condizioni di vita «povere e meschine», e si trasferirono alla corte di re Miecislao II di Polonia nel 1034 circa.[7][9][10] Mentre Béla decise di rimanere a Cracovia, Levente e Andrea si spostarono più a est, recandosi a Kiev.[7][11] Andrea decise di battezzarsi a Kiev, mentre Levente rimase un pagano strenuamente legato al culto tradizionale.[5][11][6]
Insoddisfatti delle politiche di re Pietro Orseolo, subentrato a Stefano I d'Ungheria, gli aristocratici magiari convinsero Levente e Andrea a fare ritorno in patria nel 1046.[12] Nel frattempo, in Ungheria era scoppiata una grande rivolta pagana guidata da un certo Vata nel corso della quale i ribelli riuscirono a fare prigioniero re Pietro.[13][14] I signori e i prelati ungheresi preferirono un monarca cristiano e offrirono la corona ad Andrea.[12] La Chronica Picta afferma che Levente «avrebbe senza dubbio corrotto tutta l'Ungheria con il paganesimo e l'idolatria».[15][16] Tuttavia, la stessa opera riferisce anche che Levente diede la corona, con «semplicità di spirito», ad Andrea, testimonianza che lascia intuire come Levente rinunciò volontariamente alla corona in favore del fratello.[13][16][17] Levente morì nel 1047 e fu sepolto in un insediamento situato lungo il Danubio che prendeva il nome dal suo bisnonno, Taksony; fu lì che, stando alla Chronica Picta, «si diceva fosse stato tumulato in una tomba pagana».[3][16]
(HU) Sándor László Tóth, Levente, in Korai magyar történeti lexikon (9-14. század) [Enciclopedia dell'Antica Storia Ungherese (IX-XIV secolo)], Akadémiai Kiadó, 1994, p. 741, ISBN963-05-6722-9.