Laio è una tragedia, oggi perduta, composta da Eschilo nel V secolo a.C. Essa era la prima parte di una trilogia di opere, cui seguivano l'Edipo e i Sette contro Tebe (unica opera che ci è rimasta).
Trama
L'opera era incentrata sulla figura di Laio, sposo di Giocasta e padre di Edipo.
Della tragedia, comunque, è rimasto un solo frammento, in cui viene descritto l'assassinio di Laio da parte di uno sconosciuto (che in seguito si scoprirà essere il figlio Edipo)[1]. Probabilmente, secondo la concezione eschilea della trilogia, nel Laio il sovrano era punito per una sua hybris, forse l'essersi unito a Giocasta nonostante l'oracolo di Apollo gli avesse predetto che il figlio che sarebbe nato lo avrebbe ucciso: in questo modo, si avviava la catena della maledizione dei Labdacidi che terminava nei Sette contro Tebe.
A giudicare dalle informazioni su Edipo contenute in quest'ultima tragedia, si potrebbe pensare che Laio, morendo, lanciasse una maledizione proprio sul suo assassino, ossia suo figlio, così come Edipo maledice i propri figli[2].
Note
Bibliografia
Voci correlate