La Bella è un dipinto olio su tela eseguito nel 1518-1520 da Jacopo Palma il Vecchio e conservato nella sala n. 7 del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.[1]
Storia e descrizione
Palma il Vecchio, è l'artista considerato colui che ha esportato l'arte rinascimentale veneziana fuori dal territorio, proponendo opere eseguite dai migliori artisti come Tiziano Vecellio, e proprio a questi fu inizialmente assegnato il dipinto avendo caratteristiche vicine al Amor sacro e amor profano conservato a Roma nella pinacoteca della Galleria Borghese. Era infatti inizialmente conosciuto come La Bella de Tiziano quando si trovava presso la collezione romana Sciarra-Colonna.[1][2]
Il dipinto fu poi esposto nel castello Ferieres dal barone Ermond de Rothschild dove rimase fino alla metà del Novecento quando fu alienato a Guy de Rotchschild e esposto alla Villa Favorita.
Nelle sue raffigurazioni femminili, l'artista, aveva la caratteristica di raffigurare donne fiorenti, dalle forme morbide con il colorito florido che dava a loro un aspetto sano. Anche questa opera mantiene le medesime caratteristiche. L'ampiezza dell'abito accentua le forme importanti come importante è l'abito stesso nella ricerca di raffigurarne ogni dettaglio, indicando quindi la nobiltà della donna dipinta, ed è forse il lavoro dell'artista migliore.
La giovane donna è raffigurata a mezzo busto rivolta a destra e inserita in un ambiente non illuminato dove s'intravede un'architettura muraria a destra non ben definita, mentre sul parte inferiore sinistra vi è rafgigurata una struttura in blocchi di pietra che si sviluppano su più piani che sono la struttura a cui la donna si appoggia, tenendo la mano sinistra in un portaoggetti di preziosi. Sulle pietre è ben visibile la scritta: A M B N D. lo sguardo della donna è fisso sull'osservatore. L'incarnato è illuminato e bel definisce con dolci sfumature, i tratti del viso e della testa, nonché il pallore delle spalle scoperte. Gli abiti dai colori accesi, sono da contrasto con la carnagione. Il bianco della sottoveste illumina maggiormente lo scollo e contrasta con il rosso dell'ampio mantello e il blu del risvolto delle maniche, che terminano con la sottoveste che pare sfuggire dalle ampie e morbide vesti. Le maniche, che escono dal mantello bicolore sono a sbuffo, e a strisce rosse e bianche. Con la mano destra, la giovane si accarezza i capelli, allusione alla vanità, i dipinti infatti raffiguranti giovani donne avvenenti, che seppur dovevano avvicinarsi alle nobili donne veneziane, dovevano comunicare anche sensualità. Il tutto a manifestare la nobiltà e eleganza del soggetto dipinto. Situazioni che l'artista riprende da raffigurazioni di Tiziano.
Esposizioni
- 2015 - Palma il Vecchio. Lo sguardo della bellezza, Bergamo.[3]
Note
- ^ a b La Bella Palma il Vecchio, su museothyssen.org, Museo Thyssen Bornemisza. URL consultato il 13 settembre 2022.
- ^ Maria Teresa Brolis, Claudio Finzi, Francesco Macario, La signoria e il valore, Il Cerchio, 2003, p. 66.
- ^ Le bellezze dell'arte, su lemeravigliedellarte.it, Le meraviglie della'arte. URL consultato il 13 settembre 2022.
Bibliografia
- (DE) György Gombosi, Palma il Vecchio, München, Bruckmann, 1935, SBN LUA0522653.
- Giovanni Mariacher, Palma il Vecchio, Milano, Bramante, 1968, SBN SBL0098552.
- Gallerie degli Uffizi, Gli Uffizi: Catalogo generale, Firenze, Centro Di, 1980, p. 398 [1979], SBN RAV0060995.
- Philip Rylands, Palma il Vecchio: l'opera completa, Milano, A. Mondadori, 1988, SBN LO10021755.
- Giovanni C. F. Villa (a cura di), Palma il Vecchio: Lo sguardo della bellezza, Milano, Skira, 2015, SBN MOD1644874.
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