Partecipa all'azione di Calvi e all'assedio di Bonifacio e, sempre accanto al monarca, durante la spedizione di questi nel regno di Napoli, entra nella città di Napoli, dove si trovava il 30 maggio del 1423, allorché viene occupata da Francesco Sforza che lo farà incarcerare. Durante la sua prigionia, scrive il famoso poema Presoner ("Prigioniero"), dove esprime il malessere e il rimpianto per la vita sontuosa che svolgeva un tempo a corte e la speranza di poter presto esser liberato dal re.
Muore verso il 1424 1424 al castello di la Vall d'Uixó. Tra gli scrittori che sembrano attingere dalla sua opera figura Joan Roís de Corella. Iñigo López de Mendoza gli dedicherà "l'Incoronazione di Jordi".
Stile letterario
Il suo breve canzoniere (18 composizioni) è essenzialmente a carattere amoroso e, comunque, vincolato all'amor cortese trobadorico, tenuto in vita con efficacia nei nuclei post-feudali della Corona di Aragona. Nella sua opera poetica è chiaramente evidente l'influenza dei grandi trovatori del XIII secolo, quali Peire Vidal, Folquet de Marselha e soprattutto Arnaut Daniel. La tenue tristezza che traspare dalle opere è tipica della sua lirica, piena di struggenti e teneri addii, di sospiri ed evocazioni sognanti, di rimpianto e malinconia. Spesso vi si trovano espressioni e figure retoriche ripresi dalla poesia italiana del Petrarca, che in questo periodo iniziava a diffondersi nel regno d'Aragona.
Poeta eminentemente di corte, permane vincolato al gruppo dei giovani poeti ossequianti la regina Margarita de Prades, vedova di Martí I de Aragón, alla quale dedica alcune sue più solenni canzoni, come Midons e certamente Estramps. In questo ambiente entra probabilmente in contatto con Andreu Febrer e con il Marqués de Santillana, da costoro elogiato in Coronaçión de Mosén Jordi.
Opera
La sua opera più affascinante, Estramps, autentico gioiello della poesia lirica valenzana, si apre con versi solenni e piani, atti a caratterizzare le fattezze della dama, con lo sguardo fiso agli occhi dell'amante morto; qui una credenza popolare viene innalzata a un livello poetico altissimo.
Non pecca certo di grazia la sua Crida a les dones ("Chiamata alle donne"), eloquio diretto alle dame, e Lo canviador ("Il cambista"), il cui tema concerne le trappole e le astuzie che vengono perpetrate nello scambio di moneta.
La sua Cançó d'opòsits ("Canzone degli opposti") rappresenta il rinnovamento di un vecchio tema medievale basato, ma in modo più retorico, sull'opera dei trovatori e del Petrarca.
Alcuni componimenti, come il Presoner, anche noto come Desert d'amics ("Mancanza-'vuoto, deserto'- di amici") e la Cançó d'opòsits, o El Presoner, sono stati musicati da Raimon[3].
Note
^(CA) Agustí Galbis, Blog documental, su agustigalbis.wordpress.com.
«El Jurats de la ciutat de Valencia explicaren les reticencies al seu ingres perque “les dones qui son admeses en monges del dit monastir son doncellez de gran estat” i “…segons nosaltres sabiem, lo dit Jordiet e germana de aquell eren fills de hun moro catiu qui apres fon libert”.»
^(CA) Agustí Galbis, Blog documental, su agustigalbis.wordpress.com.
«document de 3 de decembre de 1420 en que es parlava de “Georgii de Sancto Georgii, milites valentini et de civitate Valencie oriundi, camerariquii nostri confisci ab experto…”.»
^Ramón Pelegero Sanchis, meglio noto con il suo nome valenzano Raimon, è un cantante spagnolo che compone e canta in lingua catalana, uno dei massimi esponenti del movimento storico della Nova Cançó e uno degli artisti catalani veterani più conosciuti.
Bibliografia
(CA) Marti de Riquer, Lola Badia, Les poesies de Jordi de Sant Jordi, cavaller valencia del segle XV, Valencia, Tres i Quatre, 1984.
(FR) Josep Pujol-Gomez, Jordi de Saint Jordi - in Gauvard, C., de Libera, A. & Zink, M. (eds), "Dictionnaire du Moyen Âge.", Paris, PUF/Quadrige, 2nd edn, 2004, ISBN2-13-054339-1.