Di origini nobili, proveniva da una famiglia che si convertì dal cattolicesimo al calvinismo. A seguito delle proteste dei nobili e della borghesia calvinista di Gand dovute alla nomina avvenuta il 20 settembre 1577 di Philippe III de Croÿ a statolder delle Fiandre, insieme a van Ryhove prese la testa dei rivoluzionari andando a conquistare il condiglio comunale di Gand.
Inizialmente, i due leader di Gand, van Hembyze e van Ryhove, erano profondamente contrari alla pace religiosa sostenuta da Guglielmo d'Orange. La radicale protestantizzazione della città culminò nella metà di maggio 1578 nella cosiddetta Pinksterstorm (tempesta di Pentecoste) con il comitato dei XVIII governatori della città che orchestrò un'iconoclastia diretta contro monasteri e chiese cattoliche, perché, a loro avviso, i monaci vivevano in promiscuità omosessuale. Quando cinque monaci accusati di sodomia, compreso il nipote di Hembyze, negarono le accuse, questi furono torturati fino a quando non venne loro estorta una confessione. Furono quindi condannati al rogo e il 28 giugno 1578 vennero arsi vivi sulla piazza Vrijdagmarkt. Altri tre presunti sodomiti furono prima frustati in pubblico e successivamente esiliati.
Allontanatosi nel 1579 da Gand per trasferirsi nel Palatinato, nel 1583 fu richiamato in città per far fronte all'assedio delle truppe di Alessandro Farnese. Accusato di alto tradimento a causa della scoperta di una corrispondenza segreta con Alessandro Farnese, fu decapitato il 23 marzo 1584.