Durante la guerra patriottica del 1812 fu governatore militare di Riga al posto di Dimitrij Lobanov-Rostovskij, e fu obbligato ad incendiarne i sobborghi non appena il nemico occupò la zona periferica. Dopo i fallimentari tentativi di fermare i Prussiani lontano dalla città, e non essere riuscito a salvare Iecava, ordinò di dare fuoco ai sobborghi, ma a causa del forte vento si perse il controllo del fuoco che lasciò migliaia di cittadini senza casa.[1]
Verso l'autunno la guerra cambiò direzione. I prussiani si erano estesi troppo, Macdonald rimase inattivo, i russi riportarono una vittoria grazie a Peter Wittgenstein a Polack, Napoleone iniziò una ritirata generale e Fabian von Steinheil giunse a Riga. Tutte queste circostanze diedero importanza ad Essen, ma a causa di una cattiva gestione i russi non riuscirono a capitalizzare queste vittorie e subirono pesanti perdite in numerose battaglie. Ad ottobre Essen fu sostituito dal generale Paulucci, e diede le dimissioni.
La morte
All'inizio del 1813 Essen si trasferì a Baldone, vicino a Riga, per essere sottoposto ad un lungo ciclo di cure termali nei bagni di zolfo, dove annegò il 23 agosto durante una nuotata. Secondo una versione si trattò di un suicidio, avvenuto nell'anniversario del rogo di Riga.
^Esiste una leggenda metropolitana secondo la quale Riga sarebbe stata bruciata a causa di una mandria di mucche. Questa leggenda si basa su un fatto reale: il sindaco Apuškina vide una nube di polvere sulla strada per Mitava e, pensando che fosse causata dai francesi, diede fuoco al ponte di Dobele (anche se questa storia non ha a che fare con il resto della periferia).