Appoggiato dai rinforzi di Silistra di Ibrahim Pascià, Iskender marciò contro le truppe dei magnati polacchi Michał Wiśniowiecki e Samuel Korecki, intervenuti in Moldavia in favore di Alexandru Movilă, erede del vecchio voivodaIeremia Movilă, contro il voivoda filo-ottomano Ștefan II Tomșa. Nell'agosto 1616, Iskender sconfisse le truppe polacco-lituane nella Battaglia di Sasowy Róg[3]: Korecki ed i Movilă vennero catturati, mentre Wiśniowiecki fu ucciso. Korecki riuscì più tardi a scappare, salvo poi essere ricatturato dagli ottomani dopo la Battaglia di Cecora e morire strangolato (1620).
Nel 1617, dopo un altro saccheggio cosacco, il sultano inviò nuovamente Iskender Pascià verso le terre della Confederazione al comando di un'armata di 40.000 uomini: Giannizzeri, Tartari, truppe transilvane al comando di Gabriele Bethlen e rinforzi dalla Moldavia e dalla Valacchia. Iskender e Żółkiewski si incontrarono presso Busza (sul fiume Jaruga) e raggiunsero un accordo pacifico. Con il Trattato di Busza, Żółkiewski rinunciò a qualsiasi intervento polacco-lituano in Moldavia o negli altri Principati danubiani, s'impegnò a far cessare i raid cosacchi in territorio turco e cedette Hotin alla Sublime porta. Per parte turca, Iskender si impegnò a far cessare i raid dei Tatari[4].
La Prima guerra polacco-ottomana
Nel 1620 i Cosacchi ucraini, soggetti all'autorità della Confederazione, diedero alle fiamme il porto di Varna, controllato dai Turchi ottomani. Il giovane sultano Osman II, impegnato a combattere i Safavidi di Persia, affidò ad Iskender Pascià il comando di 22.000 uomini e lo spedì in Ucraina. Le forze di Żółkiewski mossero verso la Moldavia, in soccorso del nuovo voivoda filo-polacco Kaspar Graziani che dovette però fuggire dal suo regno per evitare la cattura. All'inizio di settembre, Żółkiewski e il suo protetto, hetmanStanisław Koniecpolski, al comando di 8000 uomini, mossero verso sud. Graziani fu in grado di offrire loro solo 600 uomini di rinforzo. Żółkiewski e Iskander Pascià si scontrarono nella Battaglia di Cecora, sul fiumePrut, che si protrasse per diversi giorni. Costretto a ritirarsi, Żółkiewski riuscì a mantenere integre le sue forze fino al confine confederato, ove i suoi uomini si dispersero divenendo facile preda delle forze ottomane. Żółkiewski restò ucciso e la sua testa venne inviata al sultano come trofeo; Koniecpolski venne fatto prigioniero.
Note
^M. Naima, Annals of the Turkish Empire from 1591 to 1659 of the Christian Era (trad. C. Fraser), vol. 1, Londra, 1832, p. 433