La sorella più giovane, Alix, divenne la zarina Aleksandra Fëdorovna sposando il loro secondo cugino (per via paterna), lo zar Nicola II di Russia. Il fratello più giovane, Ernie, divenne granduca d'Assia e del Reno. La sorella maggiore Vittoria sposò il primo cugino del padre, principe Luigi di Battenberg (in seguito marchese e marchesa di Milford Haven). Un'altra sorella, Elisabetta (più tardi canonizzata dalla Chiesa ortodossa russa come sant'Elisabetta martire) sposò il primo cugino del padre, granduca Sergej Aleksandrovič di Russia.
Infanzia
Venne chiamata Irene, nome tratto dalla parola greca che significa "pace", perché nacque alla fine della guerra austro-prussiana.[2] Alice considerava Irene una bambina poco attraente ed una volta scrisse alla sorella Vittoria che Irene «non era bella».[3] Benché non fosse bella come la sorella Elisabetta, Irene aveva comunque un carattere piacevole. La principessa Alice allevò le proprie figlie semplicemente; una tata inglese presidiava la nursery ed i figli mangiavano pasti poveri a base di budini di riso e mele arrostite, e indossavano vestiti semplici. Alle figlie insegnò inoltre come svolgere le faccende di casa, come ad esempio cucinare torte, rifarsi i letti, accendere il fuoco, spazzare e spolverare le proprie stanze. La principessa Alice enfatizzava anche la necessità di donare ai poveri e spesso portava con sé le figlie nelle sue visite agli ospedali ed associazioni di beneficenza.[4]
La sua famiglia venne colpita pesantemente nel 1873 quando il fratello emofiliaco di Irene, Federico, soprannominato Frittie, cadde da una finestra aperta rompendosi la testa su una balaustra e morendo alcune ore dopo di emorragia cerebrale.[5]
Nei mesi seguenti alla morte del bambino, Alice accompagnava frequentemente i suoi figli alla tomba del piccolo per pregare ed era spesso malinconica agli anniversari che lo riguardavano.[6] Nell'autunno 1878 Irene, i suoi fratelli e sorelle (esclusa Elisabetta) ed il padre si ammalarono di difterite; la sorellina più giovane, principessa Maria, solitamente chiamata May, ne morì. La madre, esausta per aver accudito i figli, contrasse anch'essa la malattia. Sapendo di essere in pericolo di vita, la principessa Alice dettò il testamento, includendovi anche delle istruzioni su come allevare e crescere le figlie e gestire la famiglia. Morì di difterite il 14 dicembre 1878.[7]
Dopo la morte di Alice, la regina Vittoria decise di fare da madre ai suoi nipoti d'Assia. La principessa Irene ed i suoi fratelli e sorelle sopravvissuti passavano vacanze annuali in Inghilterra e la loro nonna inviava spesso istruzioni alle loro istitutrici circa la loro educazione e per approvare i modelli dei loro vestiti.[8]
Matrimonio
Il 24 maggio 1888, Irene sposò il principe Alberto Guglielmo Enrico di Prussia, il terzo figlio (secondo maschio) dell'imperatore tedesco Federico III e dell'imperatrice Vittoria. Visto che le loro madri erano sorelle, Irene ed Enrico erano primi cugini.[9] Il loro matrimonio non piacque alla regina Vittoria in quanto lei non era stata informata del corteggiamento fino a quando essi non decisero di sposarsi.[10] La madre di Enrico, Vittoria, era invece molto affezionata ad Irene. Comunque, l'imperatrice rimase scioccata dal fatto che Irene non indossava né uno scialle né una sciarpa per mascherare la sua gravidanza quando restò incinta del primo figlio, l'emofiliaco principe Valdemaro, nel 1889. L'imperatrice Vittoria, che era affascinata dalla politica e dagli avvenimenti del momento, non poteva nemmeno capire come facessero Enrico ed Irene a non leggere mai un giornale.[11] In ogni caso, la coppia si sposò felicemente e presto vennero indicati dai loro parenti con l'appellativo di "I molto amabili" per via della loro natura piacevole.
Enrico Vittorio Luigi (Kiel, 9 gennaio 1900 – Kiel, 26 febbraio 1904).
Relazioni familiari
Irene trasmise il gene dell'emofilia al figlio maggiore ed a quello minore, Valdemaro ed Enrico. La salute di Valdemaro la preoccupò fin dall'infanzia.[13] Irene soffrì molto quando il figlio più piccolo, Enrico, di solo quattro anni, morì dopo essere caduto ed aver urtato la testa nel febbraio 1904.[14] Sei mesi dopo la morte di Enrico, la sorella Alix diede alla luce un figlio emofiliaco, lo zarevicAlessio Nikolaevich di Russia. La sua prima cugina, regina Vittoria Eugenia di Spagna, ebbe anch'essa due figli emofiliaci.
Irene, allevata secondo un codice di comportamento prettamente vittoriano, si stupì di quello che vedeva e riteneva immorale.[15] Quando la sorella Elisabetta lasciò la religione luterana tedesca, secondo cui erano state entrambe cresciute, per convertirsi alla fede russa ortodossa nel 1891, Irene rimase profondamente turbata. Scrisse al padre che «pianse terribilmente» per la decisione di Elisabetta.[16] In seguito anche un'altra sorella, Alix, si convertì alla religione russa ortodossa quando sposò Nicola II di Russia. Nonostante il suo disaccordo circa le loro scelte religiose, Irene rimase sempre in stretto contatto con le sue sorelle. Nel 1907, Irene combinò quello che col tempo si rivelò essere un matrimonio disastroso, tra la protetta di Elisabetta, la granduchessa Maria Pavlovna di Russia, e il principe Guglielmo, duca di Södermanland;[17] la madre di Guglielmo, la Regina di Svezia, era un'amica di lunga data sia di Irene che di Elisabetta.[17] La granduchessa Maria in seguito scrisse che Irene le fece molte pressioni circa il matrimonio quando invece lei aveva molti dubbi; le disse che interrompere il fidanzamento avrebbe «ucciso» Elisabetta.[18] Nel 1912, Irene fu di grande conforto per sua sorella Alix quando Alessio fu quasi sul punto di morire per una complicazione legata all'emofilia nel casino di caccia della famiglia imperiale in Polonia.[19]
Vita matura
I legami di Irene con le sorelle vennero distrutti dall'avvento della prima guerra mondiale, che le pose in fazioni opposte del conflitto. Quando la guerrà finì, ricevette la notizia che Alix, suo marito ed i figli e la sorella Elisabetta erano stati uccisi dai bolscevichi.
Dopo la guerra e l'abdicazione del Kaiser, la Germania non era più governata dalla famiglia reale prussiana, ma Irene ed il marito conservarono la loro tenuta di Hemmelmark nella Germania settentrionale.
Quando Anna Anderson comparve a Berlino nel 1921, pretendendo di essere la sopravvissuta granduchessa Anastasia Nikolaevna di Russia, Irene visitò la donna, ma constatò che la Anderson non poteva essere la nipote che aveva visto per l'ultima volta nel 1913.[20] La principessa Irene non ne fu impressionata.
«Vidi immediatamente che lei non poteva essere una delle mie nipoti. Anche se erano nove anni che non le vedevo, i tratti essenziali del viso non potevano essere cambiati fino a quel punto, in particolare la posizione degli occhi, le orecchie, ecc. [...] A prima vista qualcuno potrebbe forse aver riconosciuto una somiglianza con la granduchessa Tatiana.[21]»
La granduchessa Ol'ga Aleksandrovna commentò la visita della principessa Irene:
«Fu un incontro insoddisfacente, ma i sostenitori della donna dissero che la principessa Irene non conosceva bene sua nipote ed altre cose.[22]»
Il marito di Irene, Enrico, disse che il solo nominare la Anderson innervosiva molto la moglie ed ordinò che nessuno ne discutesse in sua presenza. Enrico morì nel 1929. Molti anni dopo, il figlio di Irene, Sigismund, pose delle domande alla Anderson attraverso un intermediario circa la loro infanzia condivisa e dichiarò che le sue risposte erano tutte accurate.[23] Irene successivamente adottò la figlia di Sigismund, Barbara, nata nel 1920, come sua erede dopo che egli lasciò la Germania per vivere in Costa Rica negli anni 1930. Sigismund rifiutò di tornare a vivere in Germania dopo la seconda guerra mondiale.[24] Irene sofferse moltissimo quando il suo figlio emofiliaco più grande, Valdemaro, si ammalò nel 1945 e morì a causa della mancanza di sangue per effettuare una trasfusione. Irene stessa morì nel 1953, lasciando la sua tenuta alla nipote.
Kurth, Peter (1983). Anastasia: The Riddle of Anna Anderson. Little, Brown, and Company. ISBN 0-316-50717-2.
Grand Duchess Marie (1930). Education of a Princess: A Memoir. Viking Press.
Mager, Hugo (1998). Elizabeth: Grand Duchess of Russia. Carroll and Graf Publishers, Inc. ISBN 0-7867-0678-3
Massie, Robert K. (1995). The Romanovs: The Final Chapter. Random House. ISBN 0-394-58048-6
Mironenko, Sergei, and Maylunas, Andrei (1997). A Lifelong Passion: Nicholas and Alexandra: Their Own Story. Doubleday. ISBN 0-385-48673-1.
Pakula, Hannah (1995). An Uncommon Woman: The Empress Frederick: Daughter of Queen Victoria, Wife of the Crown Prince of Prussia, Mother of Kaiser Wilhelm. Simon and Schuster. ISBN 0-684-84216-5.
Queen Victoria (1975). Advice to my granddaughter: Letters from Queen Victoria to Princess Victoria of Hesse. Simon and Schuster. ISBN 0-671-22242-2
Vorres, I, The Last Grand Duchess: Her Imperial Highness Grand Duchess Olga Alexandrovna, Charles Scribners and Sons, New York, 1964.