Esponente del Movimento di lotta araba per la liberazione di Ahwaz che aspirava l'indipendenza del Khuzestan.[1]
Chaab viveva da 14 anni in Svezia al momento della morte, ed era regolare cittadino svedese.[2]
Attirato in Turchia da un conoscente nell'ottobre 2020, qui viene rapito e portato in Iran.[3] L'operosità di agenti iraniani in Turchia causò proteste internazionali, che spinsero Ankara ad arrestare 11 funzionari[4] legati ai servizi segreti iraniani che operavano nel paese.[5][6]
Le autorità iraniani accusarono Chaab di aver commesso attentati finanziati da Mossad e Säkerhetspolisen, e lo condannarono esclusivamente sulla base di una sua confessione (estorta con la tortura secondo gli osservatori internazionali).[5]
Il processo si concluse nel gennaio 2022, la pena di morte annunciata il 6 dicembre.[7]
Vibranti le condanne internazionali, a partire dalla Svezia che tentò di offrire assistenza legale, invano: l'Iran non riconosce infatti la doppia cittadinanza dell'oppositore.[7]
Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, pubblicò in una nota: "L’Unione europea condanna con la massima fermezza l’esecuzione in Iran del cittadino svedese-iraniano Habib Chaab e ribadisce ancora una volta la sua ferma opposizione all’applicazione della pena capitale in qualsiasi circostanza [...] il numero crescente di cittadini dell’Ue e con doppia cittadinanza europea-iraniana detenuti arbitrariamente in Iran, le restrizioni imposte all’accesso consolare ai cittadini Ue e la negazione della protezione consolare e del diritto a un processo equo costituiscono una violazione diretta del diritto internazionale".[8]