Agli inizi del '900 la sua produzione grafica si orientò verso la caricatura, rifacendosi al genere vignettistico e alla satira della borghesia tipicamente tedesca. Durante la prima guerra mondiale realizzò una nutrita serie di ritratti della poetessa Fanny Lackenbacher, moglie dell'ingegnere ebreo Moise Mario Tedeschi e di altri soggetti, eseguiti con il carboncino o la matita grassa. Fu un buon ritrattista, accurato nella soluzione tecnica e attento all'espressione dei volti, che valorizzò con un buon senso della luce e inquadrature originali. Nel 1913, all'Internazionale di Monaco di Baviera, gli fu conferita la seconda medaglia d'oro per la pittura.
^Jewish Museum (New York, N.Y.): Gardens and Ghettos: The Art of Jewish Life in Italy, University of California Press, 1989, p. 337.
Bibliografia
S. Adamo, V. Zudini, Alla riscoperta di Vittorio Benussi. Presentazione dell'edizione digitale del suo archivio. Teorie & Modelli, n. s., 11(2), (2006), pp. 113–125.
C. Ragazzoni, Gino Parin, Trieste: Fondazione CRTrieste, 2003.
F. Lamacchia, Gino Parin, Il suo album ricordi. Edizione 300 esemplari per commemorare il 50º anniversario della morte. Galleria d'arte Artè, Trieste, 1994.