Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah

Fahad Al-Ahmed Al-Jaber Al-Sabah (Al Kuwait, 10 agosto 1945Al Kuwait, 2 agosto 1990) è stato un dirigente sportivo kuwaitiano.

Biografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Al Sabah.

Pur avendo rivestito diversi ruoli di prim'ordine nelle federazioni sportive nazionali e continentali, balzò agli onori delle cronache per un fatto singolare. Ai Mondiali del 1982, durante la partita Francia-Kuwait, scese in campo a seguito della rete del 4-1 segnata dal transalpino Alain Giresse minacciando di ritirare la squadra qualora la marcatura, giudicata da lui irregolare (i giocatori sostengono di essersi fermati dopo avere sentito un fischio), fosse stata concessa[1]. L'arbitro Miroslav Stupar decise di annullare il gol[2] (anche se il match finì lo stesso 4-1 per i "galletti") ma l'immagine del Kuwait venne compromessa da questo clamoroso gesto: il Times ha inserito il gesto di Al-Sabah in nona posizione nella classifica delle dieci vergogne nella storia dei mondiali[3].

Morte

Al-Sabah morì nell'agosto del 1990 durante l'invasione irachena del Kuwait. L'Iraq invase il piccolo emirato prendendo i kuwaitiani completamente di sorpresa, iniziando l'attacco alle due di notte del 2 agosto. Secondo le fonti ufficiali[4], prese parte, rimanendo ucciso, alla battaglia del palazzo Dasman, combattuta dalle prime ore dell'invasione presso la residenza ufficiale del fratellastro emiro Jaber III Al Ahmad al-Jaber Al Sabah, il capo dello stato kuwaitiano fuggito nel frattempo all'estero.

Secondo altre fonti[quali?], Fahad Al-Sabah tentò la fuga imbarcandosi sul volo British Airways Flight 149A. Si trattava di un volo tra Londra e Kuala Lumpur, atterrato secondo programma alle 8 della mattina all'Aeroporto Internazionale del Kuwait per effettuare rifornimento, poche ore dopo l'inizio dell'invasione e di fatto l'ultima possibilità per fuggire dal paese con un aereo di linea. L'aereo non giunse mai a destinazione, in quanto le truppe irachene occuparono l'aeroporto e catturarono passeggeri e equipaggio con lo scopo di trasformarli in scudi umani. In questa versione dei fatti, il membro della famiglia reale venne riconosciuto e ucciso sul posto dai soldati occupanti, mentre gli altri ostaggi vennero trasferiti a Baghdad.

Il corpo venne esposto su di un carro armato e mostrato per le vie di Madinat al-Kuwait. In seguito venne sepolto dagli occupanti sotto il nome "Abdullah Al-Masri" nel tentativo di non far rintracciare le spoglie[5].

Note

  1. ^ Lo sceicco scende in campo, su corrieredellosport.it. URL consultato il 31 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2014).
  2. ^ Anche un principe può sospendere una partita, su corrieredellanotizia.it (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2014).
  3. ^ La Top 10 delle vergogne mondiali, su gazzetta.it, 19 novembre 2009. URL consultato il 31 dicembre 2013.
  4. ^ After the Iraqi Invasion of Kuwait: Putting Middle Eastern Jinn Back in Their Bottles, in wrmea.com, settembre 1990. URL consultato il 31 dicembre 2013.
  5. ^ The Crimes of Saddam Hussein - 1990, The Invasion of Kuwait, su pbs.org. URL consultato il 31 dicembre 2013.

Collegamenti esterni

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