Epifania di Cilicia (greco antico Επιϕανείας, in latinoEpiphanīa) fu un'antica città della Cilicia piana (o Cilicia Campestris), in Turchia.
Ubicazione
Cicerone, a proposito della sua campagna in Cilicia, scrisse che essa era a una giornata di cammino dal monte Amano:
(LA)
«Quumque me discedere ab eo monte simulassem, et alias partes Ciliciae petere, abessemque ab Amano iter unius diei, et castra apud Epiphaniam fecissem….»
(IT)
«Ed avendo simulato di allontanarmi dal monte, e di recarmi ad altre parti della Cilicia, scostatomi una giornata dall’Amano, ed accampatomi sotto Epifania…»
(Cicerone, CCXXXVIII Epistolae XV, 4 a M. Caton, S.)
L'antica Epifania di Cilicia è stata identificata in un grande sito[1] a 91 km a SUD-EST di Adana, a circa 6 km a OVEST di Erzin, sul lato destro della linea ferroviaria di Iskenderun[2] (Alessandretta) (in turcoİskenderun o Iskenderon)
Gli scavi hanno riportato alla luce i resti dell'acropoli, con parti di mura, un tempio, un teatro, arcate di un acquedotto con una parte del corso d'acqua che drena in una cisterna e molte case, tutte costruite in basalto nero. Rinvenute anche le rovine di due chiese del V e VI secolo.[3]
Origini
Secondo Plinio fu anticamente chiamata Oeniandos,[4] successivamente Epifania in onore di Antioco IV Epifane (175 a.C.-164 a.C.).[5]
Alcune monete risalenti al periodo di Traiano, riportano anche il nome di Traianopoli,[6] ciò dovette accadere, quando l'imperatore, si trovò in Cilicia, per muovere guerra ai Parti nell'anno di Roma 867.
Tacito,[7] scrisse che la parte della Cilicia in cui era compresa Epifania, fu sottomessa al dominio romano da Lucullo, verso l'anno di Roma 683.[8]
Pompeo nel 67 a.C. sconfitti i pirati, che dettero continui fastidi in quelle terre alla crescente potenza marittima di Roma,[9] anziché crocifiggere i prigionieri – oltre 20.000 – come avevano praticato i suoi predecessori, si mostrò loro magnanimo[10] e assegnò loro terreni nell'Acaia e nella Cilicia e ripopolò le città deserte di Epifania di Cilicia, Mallo, Adana, e Pompeiopoli che costruì sulle rovine di Soli.[11]
«Giorgio, pe’ suoi genitori o per l’educazione soprannominato il Cappadoce, era nato a Epifania in Cilicia nella bottega d’un purgatore di panni.»
(Edward Gibbon, Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano (1776), CAP. XXIII)
Monumenti cittadini
Epifania ebbe una zecca propria (coniò monete autonome e imperiali da Traiano a Gallieno), l'acropoli, un tempio, un teatro, l'acquedotto e chiese risalenti al V e VI secolo.[13][14]
Note
^Rudolf Heberdey & Adolf Wilhelm, "Viaggio in Cilicia" (Reisen in Kilikien),Wien. Denkschr. 44 (1896) 23
^D. Magie, Roman Rule in Asia Minor Princeton, (1950), 280, 300, 397, 595, 1159, ISBN 0-405-07098-5.
^A.H.M. Jones, Cities of the Eastern Roman Provinces (2d ed. 1971) 201, 203, 436.