Figlia del granduca lituano Gediminas e probabilmente di sua moglie di nome Jewna, il nome pagano di Elisabetta rimane sconosciuto. La storiografia precedente ipotizzava erroneamente che si trattasse di una certa Danmilla.[1] Molto probabilmente intorno al 1316 e certamente prima del 6 dicembre 1320, Elisabetta sposò il principe Venceslao di Płock su sollecito di suo padre.[2] La dote della principessa lituana ammontava a 720 marchi d'argento di Cracovia e nove grzywna d'oro, tre volte in più rispetto a una cifra ritenuta normale per l'epoca.[3] Dal matrimonio della coppia nacquero due figli, ovvero Anna, moglie futura moglie del duca di Żagań Enrico V il Ferro, e il futuro duca di Płock Boleslao III.[4]
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1337, Elisabetta esercitò probabilmente la reggenza per conto del figlio, mantenendo questa carica fino a quando il giovane raggiunse la maggiore età, avvenuta tra il 1340 e il luglio 1343.[5]. Il 21 ottobre 1349, in occasione di un consiglio riunitosi a Wiskitki, il figlio di Elisabetta le concesse la castellania di Wyszogród a vita.[6] Quest'assegnazione fu confermata dal re polacco Casimiro III il Grande nell'ambito di una riunione tenutasi a Kalisz il 27 dicembre 1355.[7] Nel 1359 Elisabetta entrò in conflitto con il principe della MasoviaSiemowit III, il quale impose illegalmente dei diritti e al contempo degli obblighi agli abitanti di Gostynin, parte del patrimonio della vedova di Elisabetta. Il conflitto tra quest'ultima e il duca venne mediato dal re Casimiro il Grande a Brześć Kujawski il 12 febbraio 1359.[8]
La morte di Elisabetta viene riferita da Jan Długosz in Rocznik czyli Kronikach sławnego Królestwa Polskiego ("Annali o Cronache del famoso Regno di Polonia") sotto l'anno 1364. Questo resoconto è generalmente considerato affidabile dagli storici moderni.[9] È molto probabile che la vedova del duca Venceslao di Płock sia citata anche nel necrologio del monastero premonstratense di Strzelno sul decesso, avvenuto il 2 giugno, di un'anonima duchessa della Masovia.[10] Secondo il resoconto fornito da Jan Długosz, Elisabetta di Lituania fu sepolta nella Cattedrale di Płock.[9]
(PL) O. Balzer, Genealogia Piastów, II, Wydawnictwo Avalon, Cracovia, 2005, pp. 769-772, ISBN83-918497-0-8.
(PL) J. Grabowski, Dynastia Piastów mazowieckich, Cracovia, Wydawnictwo Avalon, pp. 63–64, 76–78, 86–88, 222–223, 440–442, 614, ISBN978-83-7730-066-4.
(PL) K. Jasiński, Rodowód Piastów mazowieckich, Poznań, Breslavia, Wydawnictwo Historyczne, 1998, pp. 46-48, ISBN83-913563-0-2.
(PL) A. Supruniuk, Mazowsze Siemowitów (1341-1442). Dzieje polityczne i struktury władzy, Varsavia, Wydawnictwo DiG, 2010, pp. 21-28, ISBN978-83-7181-644-4.
(PL) J. Tęgowski, Pierwsze pokolenia Giedyminowiczów, Poznań, Breslavia, Wydawnictwo Historyczne, 1999, pp. 42-44, ISBN83-913563-1-0.